Nell’attuale contesto economico-finanziario generale, caratterizzato da un crescente fabbisogno di liquidità, proliferano le società finanziare e, il sistema bancario la fa da padrone. Il piccolo risparmiatore si sente sempre più sperduto e lontano dal mondo finanziario , nel quale viene accolto a braccia aperte solo quando gioca il ruolo del datore di fondi. Le famiglie e le piccole imprese sono i soggetti maggiormente penalizzati nell’accesso al credito e nelle condizioni contrattuali. Il problema più sentito è dato dal differenziale tra tassi di interesse attivi, tendenti allo zero e, tassi passivi che rasentano la soglia di usura . Un’ economia speculativa, che prolifera grazie alla moltiplicazione matematica degli interessi non è sostenibile e, la crisi finanziaria degli ultimi anni ne ha fornito l’esempio concreto , soprattutto , ha minato nel profondo la fiducia dei risparmiatori , alla base della stabilità del sistema finanziario. Uno spiraglio di luce in questa situazione, tutt’altro che rosea , arriva dalla Svezia, dove ha sede una banca unica nel suo genere : La JAK Medlemsbank . Che cosa differenzia la JAK Bank dalle altre banche? Innanzitutto è una banca la cui attività è improntata verso la così detta Gestione di Servizio, tradizionalmente contrapposta alla Gestione di Resa, tipica delle banche ordinarie. La missione aziendale non è generare profitto, ma attuare lo scambio reciproco di prestiti tra i soci , secondo una filosofia solidale totalmente libera dal concetto di interesse. Partiamo proprio dalla denominazione, l’acronimo JAK sta per Jord, Arbjete, Kapital, ossia Terra, Lavoro e Capitale, i tre fattori chiave alla base dell’economia classica. Su tali fattori punta la banca svedese, rifiutando ogni forma di speculazione finanziaria, nel quale ricomprende l’interesse, pertanto JAk opera interest-free. La banca cooperativa JAK è nata inizialmente come associazione no- profit ed opera concretamente dal 1965 per l’implementazione di un modello di finanza solidale, al servizio delle persone e delle piccole imprese, a sostegno quindi delle categorie dotate di minor forza contrattuale. E’ posseduta interamente dai suoi soci, ognuno dei quali ha lo stesso peso decisionale che viene espresso mediante il meccanismo del voto capitario. Non c’è quindi nessun azionista di maggioranza che pretende profitto , anche perché la sua produzione , non rientra negli obiettivi della banca che opera per erogare servizi di finanziamento ai sui soci coprendo solamente i costi operativi della gestione. La JAK Bank non paga interessi sulla raccolta e non li carica sui prestiti concessi, viene spontaneo chiedersi come faccia ad operare e soprattutto a coprire almeno i costi di gestione, la risposta è fornita dal loro particolare sistema di risparmio e di prestito, basato sull’alternanza di fabbisogni e surplus di liquidità dei soci. La raccolta del risparmio e la gestione dei prestiti avviene mediante ‘Il sistema di risparmio e di prestito bilanciato senza interessi ’ (The balanced savings and loan system interest-free ). Il socio che deposita i propri risparmi riceve sul proprio conto un interesse pari a zero, ma in relazione all’entità e alla durata del deposito acquisisce Punti risparmio che potranno essere utilizzati per ottenere un finanziamento quando ne avrà necessità. Sui punti risparmio si basa il sistema JAK, punti che si accumulano nei periodi in cui il socio effettua depositi e si decrementano nei periodi in cui si accede al prestito. Affinché il sistema sia sostenibile , è necessaria l’uguaglianza tra i punti guadagnati e i punti spesi. Al momento dell’accensione del prestito, se i punti accumulati non sono sufficienti a compensare quelli che il prestito consumerà, è necessario continuare a risparmiare, attuando così il meccanismo del post-risparmio durante il periodo di rimborso, accumulando ulteriori punti, per garantire l’equilibrio del sistema. Il prestito si estingue quando punti guadagnati e punti spesi si eguagliano, dopo circa tre mesi dal pagamento dell’ultima rata, il socio può prelevare la somma dei risparmi obbligatori versati, che nel frattempo sono stati prestati ad altri soci. Il sistema è circolare, mediante i depositi il socio incrementa la liquidità della banca, di cui egli stesso ha beneficiato avendo la possibilità di accedere al prestito, attraverso i risparmi versati durante la fase di rimborso, contribuisce a dare agli altri membri la possibilità di ottenere un finanziamento. Il sistema è sempre bilanciato, il debitore diventa creditore e passa il vantaggio di avere un prestito senza interesse alla prossima persona, la prossima ad un’altra e così via. Un aggiustamento inflativo, che è parte dei normali costi di un prestito, non è necessario, in quanto il beneficio di ottenere un prestito quando il denaro vale di più è bilanciato dal fatto che quando, mediante i risparmi, il prestito viene rimborsato, il denaro vale di meno. I costi amministrativi e di sviluppo sono coperti dalla quota associativa annuale versata dai soci, compresa nel range 0-200 Corone Svedesi (SEC), ossia al massimo 20 $U, e dalla tassa sul prestito, calcolata in percentuale sul valore del prestito ed in media pari al 2,5 % fisso (Dati aggiornati al 2008). L‘attività svolta dalla JAK Bank rappresenta l’inizio di una nuova era, per l’esplorazione delle nuove frontiere della finanza etica, può divenire il punto di forza per la sostenibilità del sistema bancario. La JAK Bank può giocare un ruolo fondamentale nel sistema economico, e già mette a disposizione le sue conoscenze per aiutare altre nazioni a costituire la propria ‘JAK’ nazionale, dato che gli stranieri possono essere soci della JAK Bank svedese ma non possono beneficiare dei prestiti. In Italia , dall’Aprile del 2008 è stato aperto un sito internet (http://www.jakitalia.it/) per la raccolta di informazioni sulla JAK Svedese e per conseguire conoscenze in ambito economico-giuridico, per l’implementazione di un modello compatibile con la legislazione Italiana. I futuri JAK members italiani, oggi riuniti nell’ Associazione Culturale JAK Bank Italia , sono ancora agli inizi, soprattutto perché, la banca svedese, fino al servizio realizzato dal giornalista Giorgio Simonetti, andato in onda nel 2008 su RAI 3 durante la trasmissione Report, era praticamente sconosciuta qui in Italia. Sicuramente la burocrazia e la legislazione non renderanno la vita facile a coloro che si stanno impegnando attivamente per la creazione di una ‘JAK’ italiana e, sarà necessario avviare una forte campagna informativa per l’adesione dei soci, sperando che il seme della solidarietà finanziaria , gettato Ake Mobrandt, fondatore della banca JAK, trovi terreno fertile anche qui in Italia.
Laura Manfredi
Foto: imenestrelli.it
Fonti
The Jak Bank report Marc Anielsky
An Assessment of Sweden’s No-Interest Bank
Jak Members Bank _report Bob Williams
How interest-free banking works
The case of JAK Ana Carrie
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