Si è svolto ieri l’incontro tra le parti sociali sull’Ilva di Taranto. Tra governo, sindacati, rappresentanti dell’azienda e amministratori locali erano in più di 120 oggi a Palazzo Chigi per discutere il decreto che dovrebbe consentire la riapertura degli impianti di Taranto.
Il decreto sarà domani in Consiglio dei Ministri e consentirebbe la prosecuzione dell’attività da parte della fabbrica come già l’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata il 26 ottobre prevedeva. All’attuazione del decreto dovrebbe seguire la perdita di efficacia di tutti i provvedimenti di sequestro degli impianti, secondo alcune voci la Procura di Taranto potrebbe a quel punto ricorrere alla Corte Costituzionale. “Se il decreto del governo è per salvare l’Ilva esautorando la magistratura, penso che sia sbagliato” ha detto in proposito Nichi Vendola.
A proposito del decreto, ancora non stilato, il ministro Clini afferma che lo scopo è “tenere assieme la protezione della salute degli abitanti di Taranto e la difesa di migliaia di posti di lavoro senza i quali il quadro sociale può diventare drammatico”.
Mentre era in corso l’incontro Alcuni operai dell’Ilva di Genova hanno tentato di occupare la prefettura ma sono stati respinti dalla polizia ed uno di loro è rimasto ferito alla testa.
A Roma gli operai dell’Ilva si sono riuniti in piazza Montecitorio urlando slogan contro il governo.
La sede di Taranto fa intanto anche i conti con la tromba d’aria abbattutosi mercoledì sul molo e i cui danni sembrano ammontare a decine di milioni di euro e che ha portato a mettere in condizioni di sicurezza l’impianto riducendo la produzione al minimo.
di Redazione
foto: ilsussidiario.net
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