Tra una fiducia alla Camera ed una al Senato, tra cambi di casacche e pseudo compravendite di deputati e senatori, tra aleatorie promesse e volgari invettive che ogni giorno maggioranza e opposizioni si rimpallano, ai parlamentari sempre più isolati nel loro mondo foderato di soldi, sfugge sempre più la realtà dei fatti: le reali necessità del popolo. Tra le infinità di preoccupazioni che quotidianamente il cittadino medio si trova ad affrontare, e che regolarmente vengono ignorate da chi dovrebbe trovare soluzioni, c’è un problema che in Italia è sempre più sentito e riguarda i giovani neolaureati: il loro inserimento nel mondo del lavoro e conseguentemente nella società. Trovare un’occupazione adatta al proprio percorso di studi, dopo anni passati ad apprendere nozioni per migliorarsi, è di per se difficile ma diventa quasi impossibile se a questo aggiungiamo la soddisfazione economica. Per questo motivo, ma non solo, molti giovani dopo aver completato gli studi sono costretti ad accontentarsi di posti di lavoro precari. Tuttavia gli ex studenti che appena laureati hanno la fortuna di trovare un’occupazione, e che quando va bene si vedono costretti a vivere con stipendi da 1200 euro mensili, sono proiettati immediatamente davanti ad una realtà che non è quella sognata e a cui avrebbero ambito dopo la prima parte di vita occupata a studiare. Perché prendendo in considerazione solo le città con alta popolazione di ragazzi appena laureati, dove per diventare autonomi e permettersi affitti da 700/800 euro mensili servirebbero retribuzioni da dirigenti, questi, con stipendi miseri come quelli che vengono concessi ai principianti, non solo sono obbligati a rimanere nelle dimore familiari ma non hanno la possibilità di inserirsi nella società nel modo a loro più congeniale, da esperti nella materia di loro competenza. E pertanto oltre al danno, di un lavoro precario, anche la beffa di non poter raggiungere il sogno tanto ambito e in piena autonomia. D’altronde come si fa a staccarsi dalla famiglia, a crearne una propria, a crescere dei figli, a presentarsi in banca per proporsi come cliente disponibile ad accendere un mutuo che permetta un eventuale acquisto di una casa ? Riempirsi la bocca di parole senza mai concretizzarle, come sempre più politici fanno per professione, e un mero modo di ingannare chi, dopo anni di illusioni e sacrifici, è costretto a rimanere con i genitori e obbligato dallo Stato a mantenere il cordone ombelicale attaccato alla famiglia. Questa è solo demagogia fatta mestiere. Altro che bamboccioni!
Enzo Di Stasio
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