Realizzare la missione dell’anima
Quando si parla di determinazione, si mettono in campo una serie di prerequisiti che dovrebbero aiutarci ad essere più risoluti. Spesso però si trascurano i fattori principali che stanno alla base di ogni reale atto di determinazione.
A) Gli obiettivi mentali
Solitamente ci appelliamo alla determinazione al fine di raggiungere i nostri obiettivi, o quelli che crediamo tali. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, non ci rendiamo conto di essere imprigionati all’interno di obiettivi mentali, figli di un condizionamento sociale che non ci vuole liberi, felici o realizzati, bensì controllabili, misurabili e prevedibili.
Ebbene, quando la determinazione poggia sul suolo fallace di un ideale sociale, distante dalla nostra anima, potremmo non raggiungere i nostri obiettivi e le immagini fallimentari si proporranno ogni volta, sotto aspetti diversi, per rallentare il percorso. Potrà cosi accadere che nonostante tutti gli sforzi per studiare o lavorare, non otterremo i risultati prefissi. Questo accade perché quando mettiamo lo sforzo, la fatica e non il piacere in ciò che facciamo, tutto diventa difficile. Di conseguenza, non solo saremo perennemente infelici, ma arrecheremo sofferenza anche a chi ci sta intorno.
Gli errori dell’analisi razionale
Per ovviare ai nostri fallimenti, saremo portati ad analizzarli cercando di capire:
- quali siano le radici delle nostre debolezze e della mancanza di determinazione;
- perché, nonostante gli impegni profusi, non riusciamo a raggiungere i nostri target.
Agendo sulla scorta della mente, attraverso la psicologia del razionale, del prima e del dopo, della causa e dell’effetto, al massimo anestetizzeremo il senso di sofferenza.
Riusciremo probabilmente a capire quando sono nati i blocchi che ci impediscono di fluire, ma se non cambiamo metodo di pensiero, non riusciremo mai ad avanzare. Anzi, nel momento stesso in cui la mente ci fornisce le sue spiegazioni, rafforza i concetti più limitanti.
B) Gli obiettivi dell’anima: l’amore alla base di ogni successo
Diversi sono gli obiettivi dell’anima. Le persone hanno successo quando fanno qualcosa che arreca loro piacere. Quando desideriamo ardentemente qualcosa, siamo in grado di smuovere le montagne e la determinazione diventa parte di un processo fluido che non implica alcuno sforzo. Quando amiamo le cose che facciamo, i nostri obiettivi rappresentano infatti tutti quegli “ideali” che più corrispondono al nostro intimo desiderio di realizzazione: vanno al di là delle categorie sociali e mentali. Sono una fonte pulsante di energia inesauribile che si irradia da ogni singola cellula.
La pianificazione nasce da un’ideale
Una volta che avremo compreso l’importanza di seguire gli obiettivi dell’anima, potremmo iniziare a delineare e pianificare in maniera consapevole e determinata la nostra direzione. A questo punto dovremmo chiederci “qual è il mio ideale?”, “cosa voglio realmente raggiungere in questa vita?”
L’ideale modella tutti gli elementi più importanti della nostra vita. Armonizzarci con questo “fuoco sacro” cambia ogni aspetto della nostra esistenza: il presente, il futuro e il passato.
La paura: il nostro peggior nemico
Ammesso che abbiamo deciso di scegliere il percorso dell’anima, il secondo step consiste nel superamento della paura. Per farlo, dobbiamo sguainare la katana, la nostra “spada magica” e guardare avanti avendo una fede impeccabile nella nostra missione.
La katana è una componente forte dell’ideale.
Impugnare la spada vuol dire infatti non credere al nesso logico causa-effetto, che ci paralizzata, rendendoci sempre vittime e subordinati. Quando sfoderiamo la spada con determinazione, vediamo le cose in maniera diversa. Comprendiamo che quello che ci accade è un immagine dell’anima, che ci spinge ad agire diversamente. Ci dice che dobbiamo cambiare strada perché abbiamo perso la bussola. Ci comunica che non stiamo inseguendo gli obiettivi della nostra anima.
Meditazione della determinazione
Ogni volta che ci sentiamo insicuri, subordinati e privi di determinazione, dobbiamo:
- Evocare l’immagine dei nostri “batani” gli avi secondo la tradizione sciamanica. Essi sono gli archetipi, le immagini da cui nascono i pensieri e i condizionamenti, anche e soprattutto quelli limitanti;
- Imparare a discernere gli obiettivi dell’anima da quelli mentali;
- Eseguire un mudra con le mani per impugnare la spada, armarla e colpire. La spada di luce straccia infatti i veli dell’illusione, i veli della maya, della mente.
- Pianificare e studiare con emozione e creatività ogni dettaglio (ad esempio, quali sono gli obiettivi giornalieri quotidiani ecc, che mi permettono di avvicinarmi alla mia realizzazione)
- Abbandonarsi alla passione. La passione è il cosiddetto “piacere immoto”, che non fugge mai via perché non dipende da nessun oggetto esterno.
Conclusioni
Bisogna avere il coraggio di fare un passo oltre la mente, non un salto nel buio indistinto dell’irrazionale e del caos, ma un passo verso una nuova intelligenza. La determinazione allora arriverà da sé, come un flusso che scaturisce dalla nostra visione, dall’ideale. Questo è ciò per cui vale la pena vivere, ciò che al mattino, quando apriamo gli occhi, ci fa sentire entusiasti di affrontare la giornata.
Foto di SilviaP_Design da Pixabay
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