Dialoghi in armonia, con gli Arabesque di Matisse

unnamedImperdibile, fino al 21 giugno prossimo, la mostra dedicata alla luce e ai colori del genio della pittura del Novecento, Henry Matisse (1869-1954), nella sede delle Scuderie del Quirinale. Già la collocazione della mostra è in un punto nevralgico e meraviglioso della Roma storica ed artistica, consigliata a tutti, romani e turisti.

Nel percorso espositivo si possono ammirare almeno 90 capolavori tra dipinti, disegni e costumi teatrali provenienti da prestigiosi musei europei ed americani, come l’Ermitage di San Pietroburgo e il Puskin di Mosca. Il titolo della mostra, ARABESQUE, evidenzia la presenza di particolari elementi decorativi orientali, gli arabeschi appunto, che sono un raffinatissimo ed elegante segno pittorico costante nell’attività di Matisse e nel suo rapporto con l’Oriente; il gusto orientale per le concezioni floreali, una composizione armonica di colori, forme e linee, l’attenzione e la passione per le stoffe, le maioliche, gli abiti che si trasformano in colori accesi e prendono quasi “vita” ed in uno scintillio di segni e vivacità cromatica, le sue ampie pennellate.

unnamed (1)Vogliamo porre in evidenza un celebre dipinto “I pesci rossi” di Matisse, proveniente dal museo Puskin di Mosca, del 1911. Un acquario, una classica clessidra trasparente, poggiato su un tavolo di metallo, all’inizio si distinguono solo i pesci rossi, che nuotano in questo boccale di forma cilindrica; Il tavolo è circondato da piante e fiori, nell’angolo in basso a sinistra, quella specie di pianta tropicale che si scorge è in realtà il bracciolo di una panchina, o di una sedia, e dipinto di verde si confonde tra la vegetazione. Le palline verdi su sfondo rosa sono soltanto tappezzeria a tessuto stampato, le stoffe ed i tessuti si ritrovano spessissimo nelle opere di Matisse, cresciuto in un borgo francese dove abbondavano i laboratori di tessitura.

Lo spettatore guarda, dall’alto stando in piedi, i pesci rossi che nuotano dentro l’acquario; li vediamo sia direttamente , quasi di fronte, che indirettamente dall’alto, visti da questa angolazione sembrano otto pesci , anziché quattro. Questa caratteristica consentiva a Matisse di usare il doppio quantitativo di rosso , rispetto a quanto ne sarebbe servito. Una prospettiva e visione molto interessanti ed originali che l’artista utilizza in questo notissimo dipinto. Un piccolo stratagemma, anche, per interrompere la totale “macchia” verde della vegetazione e stoffa e la domanda costante del visitatore “ma quanti pesci ci sono nell’acqurario?”.

La modernità artistica di Matisse, lo si evince in questo percorso alle Scuderie, spazia tra diversi generi pittorici, nei quali rimane costante l’attenzione, il fascino e l’interesse per l’Oriente; sono esposti numerosi ritratti di figure femminili, odalische, nature morte, ghirigori orientali, paesaggi ispirati alle stampe giapponesi diffuse in Europa alla fine dell’Ottocento. Un’altra perla, la natura morta con Gigli, Iris e Mimose del 1913 , anche questa proveniente dal Museo Puskin di Mosca, splendida , unica, nei contrasti dei colori verde, azzurro e giallo, l’emozione del colore vivo e la pennellata eterna di un genio vero.

di Alessandra Paparelli

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