Dimissioni, gesto nobile… da imbecilli

Dopo Karl Theodor von und zu Guttenberg, il ministro della Difesa tedesco dimessosi qualche giorno fa dal suo incarico dopo essere stato accusato di aver copiato diversi pezzi della sua tesi conseguita presso l’Università di Bayreuth, anche Seiji Maehara, ministro degli Esteri giapponese, due giorni fa ha deciso di dimettersi a causa di una  donazione di 50mila yen, circa 430 euro, ricevuta da una sostenitrice sudcoreana. Due episodi analoghi di notevole rilevanza internazionale accaduti in meno di una settimana e con un principio identico: l’etica politica. Il gesto dei due ministri dimissionari palesa la notevole considerazione istituzionale di questi verso il ruolo che ricoprivano ma soprattutto manifesta, evidentemente, la loro costernazione per il mancato rispetto del mandato a servire il Paese a loro affidato dai cittadini. Ma noi non siamo ne in Germania ne in Giappone, siamo in Italia. Un Paese dove l’atto nobile delle dimissioni è inusuale, se non addirittura considerato gesto da imbecilli, da deboli. Perché in Italia l’obiettivo primario di chi intraprende la carriera politica non è quello di prestare il proprio operato a favore del cittadino, della comunità, ma quello del raggiungimento del potere, della corsa alla conquista della poltrona più ambita. Dunque, per il politico arrivista dopo aver raggiunto l’obiettivo sognato risulterebbe da “idioti” dimettersi e quindi, piuttosto che congedarsi, porta avanti in modo sfacciato la propria ragione, anche quando le contraddizioni politiche, i danni commessi e i fatti attribuitigli sono talmente evidenti che è il povero cittadino, reo soltanto di essersi fidato delle sue promesse, a vergognarsi per lui. Sembrerò un disco rotto ma il punto che la fa da padrone è sempre il solito: l’egoismo diffuso nella classe politica italiana. E purtroppo finchè non si capisce che è giunta l’ora di cambiare tutta la classe politica attuale questi comportamenti non cambieranno mai. Anche se fortunatamente crediamo che ancora esistano quei quattro o cinque “idioti” che pur essendo colleghi dei “furbi” credono alla politica corretta, si dimetterebbero se fosse necessario e continuano ad impegnarsi nonostante ogni giorno i politici disonesti fanno del tutto per rovinare il Paese e la credibilità di tutta la classe politica nazionale. Confidiamo in questi quattro “idioti” e siamo orgogliosi di esserne rappresentati.

Enzo Di Stasio

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