Per Avvenire si tratta di un “traguardo incivile” che favorisce l’instabilità affettiva e il disimpegno familiare.
Ci sono voluti dieci anni di discussioni e incertezze per il Parlamento italiano, che ieri ha approvato i via definitiva, con 398 sì, il divorzio breve. Movimento 5 stelle, Scelta civica, Pd, Psi e Alternativa libera hanno votato a favore, scelta condivisa anche da Forza Italia e Area popolare che hanno però lasciato libertà di coscienza.
Una decisione che riduce i lunghi tempi di attesa tra separazione e divorzio, che passeranno a un anno invece di tre (in caso di addio giudiziale). Se il divorzio è consensuale da entrambe a parti, il tempo si riduce a sei mesi. E non sono mancati battibecchi e commenti non in linea con la decisione presa dai parlamentari.
“Avvenire”, quotidiano cattolico, oggi parla in un suo editoriale di “un incivile traguardo” che devasta la famiglia, “favorendo e incentivando il già drammatico senso di precarietà delle relazioni”. Che cosa rimane delle tutele a favore della famiglia? “Lo Stato si preoccupi di dare rilievo solo agli affetti, prosegua nel ribadire la sua estraneità alle reali dinamiche sociali della vita di coppia – si legge nell’editoriale, in tono sarcastico – e mostri rinnovato disinteresse, come finora ha egregiamente fatto, per quelle che sono in difficoltà”.
Se da una parte la maggioranza in Parlamento si è dimostrata favorevole a una diminuzione dei tempi necessari per il divorzio, lo schieramento cattolico non di certo dimostra impassibilità. “Un altro impegno mantenuto. Avanti, è la #voltabuona”, scrive il premier Matteo Renzi in un tweet. Stavolta, però, non è #lavoltabuona per il Vaticano.
di Federica Raccuglia
fonte immagine: adnkronos
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