Il nome della collezione è ispirato al lungo camice che copre tutto il corpo eccetto il volto, i piedi e le mani
Stupire. E’ quello che Domenico Dolce e Stefano Gabbana sanno fare. I due Designer, per questa volta, non si ispirano al Made in Italy e al Made in Sicily, ma all’Arabia.
Abaya è il nome della nuova collezione per donne musulmane. Tessuti leggeri, veli hijabs e toni scuri. Ma non solo: occhiali, gioielli e accessori da accostare. Presentati su Style.com/Arabia, il sito che si occupa di Moda in Medio Oriente, con il titolo Dolce & Gabbana Abaya Line, le creazioni presentano, inoltre, inserti arabescati, pizzo e pietre preziose incrostate, tratti tipici della casa di Moda italiana.
La nuova collezione Dolce & Gabbana fa discutere, perché non si tratta solo di Moda ma anche di cultura e religione. E di guadagni. I dati della società d’informazione Thomson Reuters, l’anno scorso, hanno dichiarato che i consumatori arabi hanno speso quasi 300 miliardi di dollari in abiti e accessori, e nel 2019 diventeranno 500.
La proposta avanzata da Domenico Dolce e Stefano Gabbana non è stata accolta con gioia da tutti, però, nel mondo mediorientale. La Fashion Designer Nabila Nazer ha dichiarato: “Le modelle scelte non vanno bene e gli abaya sono passati di moda. Mi piace l’idea ma non il modo in cui è stata realizzata. Se avessero studiato meglio, avrebbero compreso che questi capi per noi non rappresentano più una novità”. E’ stato anche creato l’hashtag sui social networks “nothanksD&G” e il commento più ritwittato è stato: “Il mio hijab non è una dichiarazione di moda. Preferisco pregare Allah per conto mio”.
C’è anche chi, da quella parte del globo, ha apprezzato la nuova collezione della casa di Moda italiana: “Io voglio applaudire questa iniziativa” ha detto Alia Khan, fondatrice e presidentessa dell’Islamic Fashion and Design Council. “Domenico Dolce e Stefano Gabbana si stanno prendendo dei rischi e sono da apprezzare. Prima di tutto, hanno dedicato a migliaia di donne dei capi lussuosi ed eleganti. E poi stanno contribuendo a sfatare i pregiudizi che circolano su di noi. Troppi occidentali ci identificano con veli e sottomissione, ma siamo molto di più. E vedere questa collezione sulle riviste e sulle pubblicità permette agli europei di familiarizzare con noi, di capirci”.
Dolce & Gabbana non sono i primi che si sono rivolti al mercato musulmano. Nel 2014 DKNY e Tommy Hilfiger, Monique Lhuillier per Moda Operandi, Net-a-Porter realizzò una campagna acquisti per il Ramadan, nel Settembre 2015 H&M ha realizzato la prima pubblicità con la modella Mariah Idriss, con indosso l’hijab, e anche Zara e Mango hanno dedicato una linea alla clientela musulmana.
Sarà un modo per i Designer occidentali di sfatare pregiudizi e portare nelle passerelle tradizioni e costumi provenienti da tutto il mondo, aldilà della religione?
di Roberta Colella Di Salvo
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