Tom Dumoulin, la Farfalla di Utrecht, ha vinto, con una strepitosa ultima tappa a cronometro, il Giro d’Italia numero cento dopo tre settimane tutte cuore e resistenza. Nibali conquista un podio che lo conferma nell’elite del ciclismo mondiale.
LA CORSA
La tappa numero 15, disputata il 21 maggio, non produce mutamenti alla classifica generale e viene vinta dal giovane Jungels, che batte tutti nella volata in salita leggera a cui partecipano praticamente tutti i big della generale.
Dopo il giorno di riposo del 22 maggio la carovana rosa riparte da Rovetta in direzione Bormio, con una tappa da oltre 5000 metri di dislivello, in cui i ciclisti hanno scalato il Mortirolo e per due volte lo Stelvio, due salite storiche del Giro d’Italia. La tappa sin dai primi metri lascia intendere che la classifica è destinata a mutare; Dumoulin è costretto a difendersi, in quanto scalatore meno dotato rispetto a Quintana e Nibali. L’olandese maglia rosa della Sunweb sembra reggere egregiamente ma proprio sullo Stelvio viene colto da un attacco di virus intestinale che lo costringe a fermarsi, spogliarsi, espletare i bisogni fisiologici e ripartire, mentre davanti la corsa è esplosa definitivamente con Quintana e Nibali che attaccano con vigore massimo. Nell’ultima discesa Nibali in compagnia del basco Landa riesce a prendere qualche decisivo metro di vantaggio al culmine di una tappa da cardiopalma, in cui la fatica scava un solco profondo sui visi stravolti dei ciclisti impegnati. Negli ultimi metri il siciliano sopravanza Landa e si aggiudica la vittoria di tappa, prima ed unica per i colori italiani in questa edizione del Giro, record negativo in assoluto. Quintana termina in terza posizione mentre Dumoulin giunge staccato di 2’18” a fronte di una classifica generale stravolta, conserva la maglia rosa ma il verdetto è chiaro: il Giro è incredibilmente riaperto.
La tappa 17 con arrivo a Canazei vede una fuga composta da una trentina di elementi prendere il largo, la vittoria va al francese della Cannondale Pierre Rolland, mentre la generale rimane invariata.
La frazione 18 è il celebre tappone Dolomitico, da Moena ad Ortisei, dove i ciclisti devono scalare Pordoi, Val Parola, Gardena, Passo Pinei e finale in salite a Pontives. L’americano della BMC Van Garderen si riscatta da un Giro dalle prestazione opache, andando a vincere battendo in volata Landa, ancora secondo in salita ma leader della classifica di miglior scalatore. La lotta per la maglia rosa si infiamma ancor di più in quanto la strenue resistenza di Dumoulin gli consente di perdere ”soltanto” 1′ dopo una frazione durissima, con Quintana e Nibali che se ne avvantaggiano e riducono il distacco in classifica generale.
Dalla partenza della tappa 19 sono tutti consci del fatto che attaccare è l’unico imperativo, Dumoulin ha testa e cuore per gestirsi in salita e non andare alla deriva, ma sta accusando i primi segni della fatica, che sta pian piano attanagliando tutti i partecipanti al Giro. Sull’arrivo di Piancavallo Landa centra finalmente la vittoria tanto cercata, che lo ripaga parzialmente della delusione di questo Giro, che lo ha visto fuori dai giochi sin dalla prima vera tappa di salita per via della caduta innescata da una moto della scorta tecnica, sarebbe stato sicuramente protagonista. Dumoulin cede ancora terreno e Quintana riconquista la maglia rosa, con meno di 1′ di vantaggio su Nibali e Dumoulin, che completano il podio.
La tappa 20, penultima del Giro d’Italia 2017, è l’ultima occasione per i big di mandare ko Dumoulin prima della crono finale a lui congeniale. I chilometri da Pordenone ad Asiago sono 190, con in mezzo il Monte Grappa e la salita di Asiago, a meno di 8 km dal termine. Il gruppo attacca il Monte Grappa a gran velocità, Dumoulin con grinta mantiene un passo buono per non perdere terreno ma, sull’ultima salita di Asiago, inizia a cedere dato che davanti Quintana, Nibali, Pozzovivo, Zakarin e Pinot ( ovvero i tutti i primi 5 in classifica e più diretti avversari dell’olandese) tentano l’assalto finale per distanziare Dumoulin. L’olandese dopo essersi difeso in salita, trova la preziosa collaborazione di due potenti passisti come Jungels e Mollema ( anche loro olandesi) che gli permettono di perdere soltanto 15” dalla testa della corsa grazie ad una sparata finale simile ad una cronosquadre, confermando una lucidità mentale estrema ed un passo potente.
Alla partenza della frazione 21, l’ultima, dal circuito automobilistico di Monza a Piazza del Duomo a Milano, i primi sei della generale sono racchiusi in appena 90”: tutto potrebbe ancora accadere. Il favorito è Dumoulin che scende in strada sfoderando tutta la sua classe nelle prove contro il tempo andando a riprendere di potenza e prepotenza la maglia rosa che ha vestito per la maggior parte del tempo in questo Giro. Quintana nonostante una buona prestazione si deve arrendere e accontentarsi della seconda posizione finale, mentre Nibali per soli 9” non sale al secondo posto e si aggiudica la terza posizione finale, ottimo risultato se si pensa che ad inizio Giro sembrava nettamente meno in forma di tutti gli atleti giunti nelle prime sei posizioni. La cronometro viene invece vinta dall’olandese della Lotto NL-Jumbo Van Emden. Menzione d’onore per Pozzovivo, che paga per via del fisico minuto che lo penalizza a cronometro, ma in salita è sempre tra i migliori, sesto nella generale, e per il giovanissimo Formolo, che chiude al decimo posto.
CONSIDERAZIONI
Dumoulin è il primo olandese ha vincere il Giro d’Italia, spezzando una maledizione che vedeva gli orange lontani dai vertici dei grandi giri da tempo immemore. La Farfalla di Utretcht in realtà è stato un leone in salita, dove si è difeso fino all’inverosimile grazie ad un ritmo non infernale ma capace di illudere gli avversari su un suo ipotetico naufragio nei momenti clou. Le ali di farfalla a cronometro si sono trasformate in quelle di un falco che ha martellato brutalmente gli avversari, portandolo a trionfare (per pochi secondi, ma che sarebbero stati minuti senza il problema intestinale) nonostante una squadra praticamente assente quando contava. A 27 anni non ancora compiuti Dumoulin ( in foto in azione a cronometro) sembra consacrarsi come grande uomo di corse a tappe, con caratteristiche tecniche ed intelligenza tattica vagamente simili a quel mostro sacro che risponde al nome di Indurain, cosa che lascia ipotizzare anni di spettacolo nelle grandi corse a tappe.
LE CLASSIFICHE
Top ten classifica generale:
1 Dumoulin
2 Quintana
3 Nibali
4 Pinot
5 Zakarin
6 Pozzovivo
7 Mollema
8 Jungels
9 Yates
10 Formolo
Miglior scalatore: Landa
Miglior giovane: Jungels
Classifica punti: Gaviria
Miglior squadra: Movistar
di Yuri Casciato
Foto: Giro d’Italia web site
Scrivi