“Ripensandoci ora, il look new-Romantic era davvero ridicolo. Noi lo abbiamo usato perché ci faceva comodo, ci ha aiutati a farci conoscere”
(Simon Le Bon)
New wave, british pop, glam rock, synth pop inglese, quali e quante etichette nei favolosi anni’80. Ed ancora: la diatriba con gli Spandau Ballet, i mega concerti esauriti, donne e ragazze in ogni albergo dopo i live, film, libri, tribute band e cover mai scomparsi. Alzi la mano chi non abbia, in una polverosa cantina, un 33 giri del mitico quartetto.
Quindi, come nel miglior “Alla ricerca del Tempo Perduto”, i Duran Duran tornano finalmente a esibirsi in Italia. A parte un occasionale live in piazza Duomo a Milano nel 2015, erano quattro anni che la band inglese non teneva un tour nel nostro Paese.
Ora il tempo perduto sarà magicamente recuperato, con ben cinque date del Paper Gods Tour in diverse città italiane: il 5 giugno al Teatro Antico di Taormina; il 7 al Postepay Rock In Roma, presso l’Ippodromo Capannelle; l’8 giugno all’Arena di Verona e due giorni dopo a Visarno Arena, nel cuore del Parco delle Cascine di Firenze; il 12 giugno allo Street Music Art, il nuovo festival che si terrà nell’estate 2016 all’Assago Summer Arena (Milano).
I Duran Duran, nonostante per lunghi periodi siano stati presi di mira dalla critica musicale, hanno per circa trent’anni colorato la vita di milioni di fans in tutto il mondo, con la capacità ed il merito di essere sempre al passo con le mode e con i tempi e di riuscire dove molti gruppi musicali non sono riusciti. Erano definiti una boy band per ragazzine isteriche ma oggi scopriamo un nuovo successo ed un rinnovato entusiasmo a distanza di tanti anni dalla loro prima apparizione.
Il gruppo, capeggiato da Simon Le Bon, per il loro look e le atmosfere post punk, si rifanno al primo Bowie e ai Roxy e sono stati spesso catalogati catalogati come “new romantic” , definizione che verrà estesa anche a Visage e Spandau Ballet.
Un ritorno attesissimo, dunque, per Simon Le Bon (voce), John Taylor (basso), Nick Rhodes (tastiere) e Roger Taylor (batteria); riusciranno a riportare l’isteria collettiva generata nei favolosi ’80? Pionieri nell’uso massiccio di video musicali all’avanguardia e di forte impatto visivo, carismatici portatori sani di ormoni scatenati, cento milioni di dischi venduti in tutto il mondo, riusciranno a contagiare le folle degli attuali adolescenti impermeabili alle grandi emozioni di gruppo o scateneranno lacrime furtive in noi, ex ragazzi post punk, post dark, post paninari, post ideologici, post fricchettoni e di incipiente anzianità ?
di Alessandra Paparelli
Si ringrazia il sito www.duranduran.com
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