Gli uomini vengono spesso definiti “creature abitudinarie” poiché trovano difficile il cambiamento. In effetti, leggendo i numerosi articoli vegan pubblicati sul nostro quotidiano, saremmo portati a pensare che sia impossibile o quanto meno assai difficoltoso attivarsi verso il cammino vegan. In realtà non è esattamente così.
Alla base del cambiamento si trovano alcuni ingredienti fondamentali:
1) La motivazione: se siamo sufficientemente motivati dai benefici derivanti dal cambiamento del comportamento, lo troveremo sorprendentemente facile, in caso contrario, dovremo rassegnarci a combattere con le nostre stesse “riserve mentali”.
Faccio un esempio: quando viene lanciato un nuovo gioiellino tecnologico, milioni di persone si aprono al nuovo, nonostante debbano superare il disagio di scartare la facilità con cui usavano i vecchi gadget familiari.
Così ci troviamo a vedere la nonna di 96 anni che usa whatsapp con lo Smartphone o addirittura apre un profilo Facebook, cosa impensabile fino a 10 anni fa.
Le persone si sottopongono a un bel po’ di sacrifici se i benefici percepiti del cambiamento comportamentale sono ritenuti meritevoli.
Ne sono esempio anche le statistiche sulle diete “lampo” o “miracolose” che intasano i giornali soprattutto nel periodo estivo.
Esse promettono longevità e perdita di peso, ma nella stragrande maggioranza dei casi, si abbandona la dieta senza che si siano raggiunti gli obiettivi agognati.
Questo perché entra in gioco un altro fattore determinante.
2) La pazienza: in un’epoca caratterizzata dal “tutto e subito”, difficilmente siamo disposti a mettere in campo il lavoro necessario per cambiare il modo in cui pensiamo, sentiamo e viviamo, perché solitamente cerchiamo una soluzione rapida ai nostri problemi.
Non c’è una soluzione rapida per essere vegani!
Il veganismo implica essere consapevoli sulla violenza insita nel modo in cui viviamo e di come questa violenza abbia un impatto sugli altri animali.
Essere vegan significa smettere di partecipare a quella violenza, attraverso abitudini e scelte radicali.
Non si diventa vegan perché a volte si sceglie di acquistare un prodotto vegano piuttosto che non vegano, o perché si cucinano ricette a base vegetale in alcuni giorni della settimana, o perché si evita l’uso alcuni animali.
3) La consapevolezza
Le fasi del cambiamento del comportamento sono inizialmente lineari.
Non possiamo essere motivati a vivere come vegani a meno che non siamo prima consapevoli del motivo per cui dobbiamo esserlo.
Non possiamo imparare a essere vegani ed evitare il sacrificio di altre vite di animali per soddisfare i nostri bisogni e desideri, a meno che non siamo sufficientemente preparati e abbiamo fatto il lavoro di base su come possiamo vivere senza causare loro danni o morte inutili.
Nessuno di noi farà questo lavoro di base su come implementare gli aspetti pratici del vivere vegano se non sarà sufficientemente consapevole del motivo per cui questo cambiamento comportamentale sia razionale e giusto.
Non vivremo in modo non violento a meno che non ammetteremo il fatto che il nostro attuale modo di vivere supporti la violenza.
Acquisire conoscenza e consapevolezza sottintende un lavoro di ricerca sulla vita di altri animali, che ci porterà a sfatare i miti con cui siamo cresciuti, secondo cui gli animali sono così diversi da noi che non dobbiamo farci scrupoli nel mangiarli. Implica la crescente consapevolezza che siamo tutti uguali nei diritti e che i corpi e le vite degli animali non ci appartengono. Implica dunque un atteggiamento antispecista..
4) L’esercizio quotidiano
Quando avremo chiari i concetti espressi ai punti 1,2 e 3 potremo iniziare.
Allora per tornare al titolo dell’articolo:
“È facile essere vegano?” rispondo:
Gli aspetti pratici della vita vegana sono in realtà facili per la maggior parte delle persone. Ci sono più opzioni che mai per soddisfare la nostra richiesta di convenienza, moda, novità, gusto e varietà. La parte difficile di diventare vegani è la realizzazione traumatica di come siamo stati ingannati a causare così tanta violenza inutile e, successivamente, a vivere in modo non violento in un mondo non vegano e violento.
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