Continua l’avanzata dell’ economia Americana, sostenuta da una crescita del Prodotto Interno Lordo nel primo trimestre 2017 in rialzo dal +0,7% al +1,2%, oltre le attese degli analisti che prevedevano una crescita dello 0,9%. Il dato è migliore delle aspettative nonostante il calo sugli ordinativi di beni durevoli (-0,7%), migliore comunque rispetto a quanto stimato dagli analisti (-1,8%).
Sul mercato valutario intanto il dollaro si è rafforzato sulle principali valute estere con l’euro scambiato a 1,119 dollari (rispetto ad un minimo annuo di 1,0385) sulla scorta del probabile rialzo dei tassi d’interesse da parte della FED, previsto per giugno p.v. alla luce dei positivi dati macroeconomici.
Sulla scia di ciò, Wall Street continua a segnare record storici con l’indice S&P 500 (indice composto dalle 500 aziende statunitensi a maggior capitalizzazione) che ha chiuso a quota 2.415.82 (minimo annuo 2.257.83) mentre il Nasdaq ha chiuso a quota 6.210,19 (minimo annuo 6.196,66).
Più debole invece la crescita nel Vecchio Continente, penalizzata dalle vendite che hanno riguardato il comparto energy e bancario. Il primo è stato interessato dal recente accordo Opec-non Opec sul taglio della produzione del petrolio (prorogando sostanzialmente di 9 mesi l’attuale livello di estrazione) che non è stato ben digerito dal mercato; per quanto attiene invece il settore bancario pesa lo spettro del Bail In sulle due Banche Venete (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca) a seguito della richiesta di intervento di 1miliardo di fondi privati richiesti dalla UE che, a quanto sembra, difficilmente arriveranno stante la chiusura di banche e fondazioni ad immettere nuova liquidità.
La vicenda delle banche Venete potrebbe avere ripercussioni sull’intero comparto bancario, poiché, in caso di risoluzione e di applicazione del Bail In, si creerebbe un precedente tale da minare la fiducia del mercato e dei consumatori.
di Stefano Iannelli
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