Le musiciste europee, ma ancor più quelle italiane, hanno sempre dovuto conquistare il ruolo di compositrici, mestiere riservato agli uomini. La libertà di esprimersi non è mai stato un diritto scontato per le giovani ragazze, che vogliono fare del loro talento una professione, a causa di una società che ritiene ciò incompatibile con l’essere donna.
Elena Barbàra Giuranna
Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, una giovane di nome Elena Barbàra, nata a Palermo nel 1899, studia composizione al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, dove, le donne, hanno un ingresso e una sezione distinti dai loro colleghi, con cui condividono soltanto l’aula durante le lezioni. Poco dopo il diploma, le sue composizioni iniziano a diffondersi: una tra queste la suite per piccola orchestra, dal titolo “Apina rapita dai nani della montagna”, ispirato alla fiaba dello scrittore francese Anatole France. L’opera varca i confini del vecchio continente e viene seguita da Frederick Stock nel 1929 a Chicago e da Wilfrid Pelletier a New York l’anno successivo. Nel frattempo, nel ’24, Elena sposa il suo compagno di studi calabrese Mario Giuranna, barone di Casal di Lutrò, e sarà perciò, da allora, conosciuta da tutti come Barbàra Giuranna. Già nel 1936, però, suo marito, diventato direttore del Teatro San Carlo di Napoli, muore, costringendola a dedicarsi all’insegnamento per mantenere i suoi due figli Bruno e Paolo. Prima donna docente al Conservatorio Santa Cecilia di Roma fino al 1970, contemporaneamente continua a scrivere musica, in particolare opere liriche tra cui Jamanto, Mayerling, Hosanna. Tanti i riconoscimenti ottenuti nella sua quasi centenaria esistenza, ampiamente consultabili nel Fondo Elena Barbàra Giuranna, archivio donato dai figli nel 1999, conservato presso il Campus internazionale di Musica di Latina.
Elsa Respighi
Similare e parallela la vicenda di Elsa, nata Olivieri San Giacomo, ma nota a tutti come Respighi; ella, infatti, nel 1919 sposa il suo maestro di composizione, il grande Ottorino Respighi. Il matrimonio segna l’interruzione della sua carriera compositiva e l’inizio di un felice sodalizio artistico, che porta i due coniugi ad esibirsi, con grande successo, in Europa e America. Elsa, grazie al suo poliedrico temperamento, nell’arco dei suoi cento anni di vita, coltiva molte altre passioni quali la letteratura, il teatro e scopre anche nuovi giovani talenti, come l’allora giovanissimo Uto Ughi. Solo dopo la morte del marito, nel 1936, riprende a comporre, completando anche alcune sue opere incompiute.
Elena ed Elsa legate da un destino comune
Grandi personalità, Elena ed Elsa, accomunate non solo dalla passione compositiva, ma da tanti altri piccoli dettagli di vita; entrambe nascono nell’ultimo decennio dell’800, per poi vivere quasi interamente il secolo successivo; entrambe figlie di figure di spicco, la mamma della prima, spagnola, studia medicina a Parigi e diventa primario, a Palermo, del reparto di ginecologia, mentre, il padre della seconda, comandante dell’Esercito piemontese, è ricordato come “il capitano romanziere”, per il suo forte legame con la letteratura e il giornalismo. Proprio quest’ultimo si accorge del talento musicale della figlia e la invoglia a studiare pianoforte e canto. Ambedue private, nel 1936, del loro compagno di vita, il barone Giuranna rimane vittima di un banale incidente durante un suo allenamento in casa, mentre Respighi è stroncato da una malattia cardiaca, prima di terminare il suo ultimo lavoro, “Lucrezia”, opera su libretto di Claudio Guastalla, poi completato da sua moglie. Ella, tra l’altro, cura la sua memoria e la divulgazione delle sue composizioni e dà vita, presso la Fondazione Cini di Venezia, al Fondo Respighi, comprendente anche gli scritti di Elsa, per la maggior parte inediti.
Per sempre indimenticabili e affascinanti le storie di queste due compositrici italiane piene di arte, musica, amore e fantasia.
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