Renzi con il Partito Democratico vola a percentuali (40,8%) che ricordano i risultati della Democrazia Cristiana, il Movimento 5 Stelle si ferma al 22% e Berlusconi non arriva al 17%.
La Lega Nord raggiunge comodamente la soglia di sbarramento, mentre ce la fanno ma a fatica l’Ncd di Alfano e l’Altra Europa con Tsipras.
In Italia le elezioni sono state vinte dalle tre serate di Porta a Porta, le quali hanno fatto confluire i voti degli indecisi verso un rassicurante Presidente del Consiglio. Lo show di Grillo, invece, non ha retto davanti ad un Vespa mai così incalzante, e lo stesso vale per Berlusconi, sempre sulla difensiva.
Il leader del M5S ha pagato i toni troppo violenti; quello di Fi, invece, un movimento -fisico e politico- bloccato dalla sentenza della Cassazione, ma anche la frammentazione del centro-destra italiano, spaccato tra Forza Italia, Nuovo Centrodestra, Lega Nord e Fratelli d’Italia.
L’astensionismo alto (42%) e il carisma di Matteo Renzi hanno fatto il resto, portando i moderati verso il PD. Ora, su 73 seggi al Parlamento Europeo, Renzi ne porta a casa ben 31.
Il democratici festeggiano, per la prima volta, tutti insieme: civatiani, bersaniani, lettiani, cuperliani, i vari Fassina e D’Alema. Meglio non ricordare che a quel risultato storico li ha portati colui che aspramente criticavano fino ad un paio di settimane fa.
Francia e Inghilterra
In Francia esplode il Front National di estrema destra ed euroscettico guidato da Marine Le Pen, ancora in crescita dopo le amministrative di qualche mese fa: si conferma primo partito con 11 punti percentuali di distacco sul Partito Socialista al governo.
Ora, la patata bollente è nelle mani di Hollande.
Euroscettici primi anche in Inghilterra, dove Nigel Farage e il suo -apertamente razzista- Uk Independence Party salgono al primo posto. Tremano dunque i Tories del premier David Cameron.
Grecia e Germania
Ad Atene, la sinistra sbaraglia il centro destra e il partito xenofobo Alba Dorata che qualche mese fa era dato primo nei sondaggi: la proposta di Syriza guidata da Alexis Tsipras raggiunge il 26.5% per il primato ellenico.
La situazione di Berlino, invece, rimane stabile con la Merkel che si conferma prima con CDU/CSU ma SPD recupera un paio di punti percentuali rispetto alle elezioni federali di settembre.
Il Partito Popolare Europeo vince ancora le elezioni Europee, staccando per 25 seggi l’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici; il presidente della Commissione sarà, con ogni probabilità, il candidato del PPE Jean-Claude Juncker.
Le considerazioni finali di queste Europee dicono che in Italia ne esce un Presidente del Consiglio -per la prima volta- fortemente legittimato da un voto popolare. La strada delle riforme, però, potrebbe paradossalmente diventare più impervia: il boom del PD ha tolto voti agli alleati di governo Ncd, i quali ora dovranno valutare attentamente cosa fare per non scomparire.
D’altro canto, la legge elettorale pensata da Berlusconi per un ballottaggio tra lui e Renzi, non ha più motivo di essere supportata da Forza Italia, data la sua condizione di terzietà.
Forse riunendo tutto il centro-destra: ma quale il leader?
In Europa, invece, tremano i governi di Francia ed Inghilterra, ma pure l’Unione, ormai palesemente insidiata dalle forze euroscettiche che potrebbero ottenere 150 deputati su 751, contando anche partiti minori come quelli di Olanda, Austria e Germania.
Un fronte diviso, questo: un animale impazzito che non sa ancora come muoversi.
di Giovanni Succhielli
foto: imille.org
Salve mi chiamo Nunzio Curigliano, sono calabrese ed ho 33 anni ed un mese. Abito a Maccarese in provincia di Roma dal luglio del 2013. Alle elezioni europee del 25 maggio del 2014 ho votato Partito Democratico.