Neanche la quinta votazione ha prodotto la nomina del Presidente della Repubblica e oggi pomeriggio , i nostri politici chiederanno in via plebiscitaria a Napolitano di continuare nel suo mandato, che al momento registra una convergenza assoluta.
Napolitano ha riferito che darà la sua risposta “ nell’imminenza della seduta comune”, ovvero prima delle 15, ma perché venga rieletto, Rodota dovrebbe ritirarsi dalla corsa, cosa tra l’altro plausibile. Ieri infatti, dopo aver ringraziato i suoi sostenitori, aveva affermato “ non intendo creare ostacoli a scelte del movimento che vogliano prendere in considerazione altre soluzioni”.
Napolitano ha fatto sapere di non avere in mente un’ipotetica formazione del futuro governo.
Ma ecco i risultati:
Rodotà 210 voti
Altri 48
Napolitano 20
Bianche 444
Nulle 18
La nuova tornata elettorale si svolgerà alle 15 e l’ipotesi della rielezione di Napolitano pare ormai cosa fatta.
Se la nostra Costituzione prevede che il Capo dello Stato abbia il ruolo di “garante” del sistema politico –costituzionale, lo scenario catastrofico degli ultimi giorni non può che essere considerato come una cartina al tornasole della triste realtà in cui versa il nostro Paese.
Dopo la bocciatura di Prodi, il nome che più circolava era quello del giurista cosentino Stefano Rodotà.
Prodi era stato candidato da Sel, che ha mantenuto la parola data fino alla fine . Oggi, dopo i magri risultati l’ex Fiom Giorgio Airaudo ha detto “ restiamo con il cuore con Rodotà”. Il capogruppo alla camera, Migliore ha aggiunto “Rodotà ha una delle più belle biografie dell’Italia repubblicana e ancora fatichiamo a capire perché la proposta il Pd non l’ha voluta accettare”.
Rodotà sarebbe stato infatti un presidente perfetto: ha passato quindici anni dentro il Parlamento di cui è stato vicepresidente, è stato esponente del Pds, ma da anni ha terminato la sua militanza politica, condicio sine qua non, per rappresentare al meglio un mandato in modo “saggio, competente e imparziale”.
Intanto il Pd ha perso dei pezzi importanti a causa delle continue lotte intestine che stanno letteralmente smembrando il partito.
Prodi, che ieri ha ottenuto 395 voti si è ritirato dalla corsa e salgono così a tre le brutte cadute: la prima nel 1998, la seconda nel 2008 ( provocata da Mastella).
Rosy Bindi ha rassegnato le dimissioni da presidente dell’assemblea Pd e usa parole durissime :”il 10 aprile ho consegnato a Bersani la lettera di dimissioni. Avevo lasciato a lui la valutazione sui tempi e sui modi in cui rendere pubblica la decisione. Ma non intendo attendere oltre. Non sono stata direttamente coinvolta nelle scelte degli ultimi mesi né consultata sulla gestione della fase post elettorale e non intendo perciò portare la responsabilità della cattiva prova offerta dal Pd in questi giorni”.
Ancora una volta il centrosinistra si è autoaffondato.
Ultima ora Sel e M5S fanno sapere che non voteranno Napolitano.
di Redazione
foto: formiche.net
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