Scade il 31 dicembre la deroga che consente di erogare l’acqua anche con livelli di arsenico superiori ai 10 microgrammi al litro.
Il Lazio è in tal senso la regione più a rischio perché non ancora pronto ad assicurare la potabilità delle acque per moltissimi comuni. Gli enti eroganti saranno comunque costretti ad assicurare l’erogazione ma si rischia una procedura di infrazione europea.
L’allarme è stato lanciato da Legambiente e a partire dal primo gennaio molti abitanti del Lazio potrebbero trovarsi con acqua non potabile. Nel dettaglio il divieto sarà non solo per l’acqua da bere, ma anche per l’uso in lavastoviglie e lavatrici, e per l’industria alimentare.
I lavori sono iniziati nel viterbese grazie ai fondi della regione Lazio, tuttavia sono stati terminati al momento solo 20 dei 33 potabilizzatori previsti in 16 comuni, i restanti saranno forse terminati alla fine di marzo. Restano in ogni caso scoperti ancora altri 35 comuni nei quali i progetti sono ancora in fase di approvazione.
La commissione parlamentare Ambiente già il 23 ottobre scorso dichiarava: “non è più possibile prorogare gli stati di emergenza in atto ed entro il 31 dicembre 2012 essi dovranno ad ogni modo cessare. La situazione relativa alla non conforme concentrazione di arsenico nelle acque destinate all’uso umano in alcuni comuni del territorio del Lazio, sia per carenze di risorse finanziare necessarie per risolverle e sia per i tempi ristretti che incombono, richiederebbe invece una prosecuzione del predetto stato di emergenza”.
di Redazione
foto: lettomanoppello.pe.it
Scrivi