La popolazione mondiale cresce, il clima cambia e le risorse a disposizione si assottigliano. Nulla di nuovo.
La proposta per fronteggiare questa emergenza però c’è e arriva dal 3° Forum Internazionale sul Cibo e la Nutrizione che si tiene presso l’Università Bocconi di Milano da oggi, 30 novembre, a domani, primo dicembre 2011. Si tratta del BCFN Index, l’indicatore di benessere studiato dal Barilla Center for Food and Nutrition, che ha aiutato a delineare una nuova piramide ambientale da affiancare alla piramide alimentare a noi ben nota.
I nostri figli soffrono sempre di più di obesità infantile. Gli studi mostrano infatti che solo l’1% dei bambini tra i 6 e i 10 anni di età segue uno stile alimentare che rispetta i consigli dei nutrizionisti. E la colpa non è certo loro, ma del connubio junk food e televisione a cui li abituiamo fin da piccoli. La Federazione Internazionale del Diabete stima che entro il 2030 un adulto su 10 soffrirà di diabete.
L’incidenza della malattia di tipo 2, quella legata a obesità, scorretta alimentazione e scarso esercizio fisico, è quasi raddoppiata in Italia negli ultimi dieci anni. Insomma, consumiamo sempre più cibo, a fronte di uno stile di vita che ne richiederebbe sempre meno.
I Paesi in via di sviluppo vivono oggi il nostro stesso paradosso: l’aumento del benessere è direttamente proporzionale alla tendenza ad assumere le abitudini scorrette dell’Occidente, come il consumo eccessivo di carne e la sedentarietà. La crescente richiesta di carni e cereali a livello mondiale induce all’utilizzo massiccio di OGM, sia come nutrimento per noi, sia per gli animali da allevamento. Altro dato allarmante è quello che riguarda lo spreco del cibo: un terzo di quello prodotto nel mondo per usi alimentari, pari a 1,3 tonnellate all’anno, resta inutilizzato e viene buttato.
Ecco allora che il BCFN propone, in risposta a tutto ciò, il BCFN Index. La felicità, lo stato di salute della popolazione, la libertà individuale, l’efficienza della Pubblica Amministrazione, il livello di istruzione per la prima volta vengono considerati fattori che influenzano il nostro stile di vita, determinando modelli di consumo sempre meno sostenibili.
La nuova piramide ambientale si affianca alla tradizionale piramide nutrizionale e mette in relazione gli alimenti di cui ci nutriamo in Occidente e il loro impatto sull’ambiente. Scopriamo così che gli alimenti da prediligere nella dieta Mediterranea, di recente inclusa dall’UNESCO nella lista dei beni immateriali del patrimonio dell’umanità, sono in genere anche quelli che richiedono meno acqua e meno processi di lavorazione. Hanno una filiera più corta e quindi sono più sani, meno inquinanti e meno dispendiosi. Parliamo della frutta e della verdura, dei cereali integrali, dei legumi, dei latticini freschi. Salendo verso la punta della piramide alimentare, cioè verso i cibi che andrebbero limitati il più possibile, troviamo la carne e il pesce. Proprio gli stessi cibi che sono alla base della piramide ambientale e che quindi hanno il grado più elevato di impatto sull’ambiente. Gli animali consumano acqua per essere abbeverati e lavati, cereali per essere nutriti ed emettono CO2. Senza contare che è quasi impossibile sapere se la carne e il pesce che mangiamo provengono da animali nutriti con mangimi contenenti OGM e steroidi.
Di tutto questo si parlerà oggi e domani al Forum Internazionale sul Cibo e la Nutrizione. Interverranno più di 50 esperti, tra cui l’oncologo Umberto Veronesi, il Fondatore di Slow Food Carlo Petrini, Barbara Buchner, che Dirige il Climate Policy Initiative e Jonathan Bloom, esperto di spreco del cibo. L’evento potrà essere seguito anche in streaming, dal sito www.barillacfn.com.
Eleonora Alice Fornara
foto: barillagroup.it
Scrivi