Ergastolo della patente ed omicidio stradale ridurranno i morti sulla strade?

Incidente%20SassanoDopo l’incidente avvenuto a Sassano in cui un ragazzo ubriaco in auto ha ucciso quattro persone sedute al bar, tornano gli interrogativi sulle sanzioni per chi provoca incidenti mortali.  

E’ un tema che si dibatte da anni da una parte i familiari delle vittime che chiedono maggiori sanzioni e dall’altra l’oggettiva difficoltà da un punto di vista giuridico inquadrare come qualcuno vorrebbe l’omicidio stradale non più tra i reati colposi ma come volontario.

Da un punto di vista delle statistiche, secondo i primi dati dell’ISTAT rielaborati con l’ACI nel 2013, sulla base di una stima preliminare, si sono verificati in Italia 182.700 incidenti stradali con lesioni a persone. Il numero dei morti, entro il trentesimo giorno dall’incidente, è pari a 3.400, mentre i feriti ammontano a 259.500.

Rispetto al 2012, si riscontra una diminuzione del numero degli incidenti con lesioni a persone (-2,2%) e del numero dei morti (-6,9%), in calo anche i feriti (-2%).

Un dato che ci potrebbe rallegrare anche se, come tutte statistiche hanno qualche “buco” di rilevazione.

Resta comunque un dato importante, come negli ultimi dieci anni il tasso di mortalità in Italia per incidenti stradali sia notevolmente diminuito, anche se non abbiamo raggiunto il livello previsto.

Si potrebbe disquisire più approfonditamente sui dati, soprattutto sulle modalità di alcuni incidenti, ma sono due gli elementi che vanno posti all’attenzione: la guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti, e dato veramente allarmate, quello della fuga dopo l’incidente, spesso mortale, ovvero quello della ”pirateria stradale” .

Solo nei primi sei mesi del 2014 sono 58 i casi di morti in cui l’autore è fuggito dopo l’incidente un dato questo in forte incremento rispetto al 2013.

In questi giorni è in discussione ael Parlamento, una norma sanzionatoria, con una formula un po’ astrusa chiamata “ergastolo della patente” per chi commette un omicidio colposo mentre guida.

Il testo stabilisce la revoca perpetua della patente e l’inibizione perpetua alla guida sul territorio nazionale in caso di omicidio colposo commesso da un soggetto alla guida con tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l o sotto l’effetto di sostanze psicotrope o stupefacenti o in caso di omicidio colposo che provochi la morte di piu’ persone o la morte di una persona e la lesione di due o più persone.

Attualmente, in caso di omicidio colposo in violazione del codice della strada, e’ prevista la sospensione della patente fino a quattro anni; se pero’ l’omicidio colposo e’ stato commesso in presenza di un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope e’ disposta la revoca della patente.

La durata della revoca e’, per la guida in stato di ebbrezza o con assunzione di stupefacenti, di tre anni dall’accertamento del reato (il termine ordinario di durata della revoca e’ due anni).

L’ergastolo della patente dovrebbe privare definitivamente il soggetto della possibilità di guidare. Se approvata valuteremo gli effetti.

Un secondo elemento che si discute da anni, molto più complesso, è quello previsto sotto la formula di “omicidio stradale”.

Da tempo infatti si auspica ad un intervento legislativo volto ad introdurre una fattispecie delittuosa ad hoc rubricata come “omicidio stradale”,  al fine di evitare che le argomentazioni e oscillazioni giurisprudenziali che colorano la sottile distinzione tra colpa cosciente e dolo eventuale,  finiscano per non garantire l’ambita giustizia ai familiari delle vittime.

Il reato stradale oggi viene fatto rientrare nella fattispecie colposa e viene punito ai sensi dell’art. 589 secondo comma, del codice penale con la reclusione da due a sette anni.

Nel caso in cui l’incidente mortale sia stato provocato da una persona ubriaca o drogata la pena di reclusione va da tre a dieci anni (in luogo dell’originaria pena della reclusione da due a cinque anni), mentre qualora si abbia la morte di una o più persone e il ferimento di altre, si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni quindici.

La nuova proposta in discussione prevede intanto la previsione di una fattispecie specifica, accanto all’omicidio colposo, quella “dell’omicidio stradale” con l’arresto immediato dell’autore, ed un aumento di pena da otto a diciotto anni.

Sarà questa formula in grado di ridurre questo tipo di reati?

Il nostro ordinamento già contempla e prevede sanzioni adeguate all’omicidio stradale. E’ sbagliato pensare che l’introduzione del reato di “omicidio stradale” possa rivelarsi la panacea di tutti i mali.

 Il vero problema è che in molti casi per ragioni di conteggio, tra aggravanti ed attenuanti, vengono applicate  pene minime e di conseguenza, questo genera forte insoddisfazione nei parenti delle vittime, che giudicano la condanna inferiore a quanto il colpevole meritava.

Quindi le pene sono previste e forse più che la pena massima, sarebbe importante l’aumento della pena minima, cosi da avere un margine di condanna che possa, per quanto possibile, soddisfare da un punto di vista penale le vittime e forse essere motivo di deterrenza.

Se poi le pene e le condanne penali possono essere un “deterrente” a certi comportamenti come la guida in stato di ebbrezza o sotto stupefacenti, sinceramente non ci possiamo esprimere.

Ci auguriamo che almeno qualche vita possa essere salvata.

di Gianfranco Marullo

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