“Il cinema è un lavoro duro ma si può ridendo e scherzando mandare qualche messaggetto, qualche cartolina postale con le proprie osservazione sul mondo. Il cinema è come un faretto che illumina le cose della vita” Ettore Scola.
Ci troviamo ancora a raccontare di un grande artista scomparso, in questo gennaio veramente glaciale. Ettore Scola è stato un grande sceneggiatore e regista, ha raccontato l’Italia con i suoi difetti e pregi, aveva 84 anni. Con i suoi capolavori, da “C’eravamo tanti amati” a “Una giornata particolare” a “La terrazza”, ha raccontato l’Italia che si riscattava dal fascismo e cercava di dimenticare la guerra, con un linguaggio profondo ma lieve e leggero, nel senso migliore del termine; ha saputo tratteggiare tutti i tipi di italiani, dagli intellettuali di sinistra ai commercianti che si fanno concorrenza, dai voltagabbana agli arrampicatori sociali.
Un grande cantore della società italiana, ha narrato di un’Italia che cresceva nel boom economico, ha indagato ed approfondito con grande ironia ed humor i difetti peggiori del popolo italiano, ma soprattutto l’essere umano in generale, con i sentimenti, il coraggio , la vigliaccheria, l’affarismo politico, il corrotto ed il corruttore, ha disegnato l’Italia che usciva dalla guerra, ha pennellato magnificamente i vizi e le virtù, cogliendo con grande delicatezza tematiche importanti legate alla sessualità, alla famiglia, alle debolezze ed alle meschinità , alle coraggiose scelte individuali, alla vita quotidiana negli anni, fino ad oggi. Ha esaminato l’uomo, le sue speranze, le sue gioie, le sue brutture. E’ morto a Roma, al reparto di cardiochirurgia del Policlinico: era in coma da domenica sera.
Grande cordoglio tra gli amici registi ed attori: Sergio Castellitto ne piange la scomparsa, ricordando “l’amico maestro, che non risparmiava mai elogi e consigli nella carriera cinematografica”. Tanti i messaggi di partecipazione e profonda tristezza per la sua scomparsa, da Carlo Verdone a Gigi Proietti, da Stefania Sandrelli a Giancarlo Giannini “Ho cominciato con lui facendo ‘Dramma della gelosia’ e poi più tardi ‘La cena’,ci vedevamo spesso e mi colpiva sempre la sua intelligenza. È stato un grande regista e un grande uomo con una grande gioia nella vita. Aveva un modo così acuto di raccontare e poi era sempre tranquillo e ti metteva a tuo agio. Un uomo di un’umanità incredibile”. “Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)” è uno spassoso film drammatico del 1970, interpretato da Marcello Mastroianni, Monica Vitti e Giancarlo Giannini, appunto. Un fatto di cronaca di un triangolo amoroso divertentissimo e drammatico nello stesso tempo: “Sì, amo riamata Serafini Nello e lo appartengo! “ (Adelaide/ Monica Vitti).
Nella sua carriera oltre al premio ricevuto a Cannes, Ettore Scola ha vinto 8 David di Donatello e ottenuto 4 candidature all‘Oscar: “Una giornata particolare” (1978), un delicato film sull’omosessualità al tempo del Duce, con due straordinari e indimenticabili interpreti, Sofia Loren e Marcello Mastroianni, “I nuovi mostri” (1979), “Ballando ballando” (1984) e “La famiglia” (1988), con un Gassman intenso e straordinario, un ritratto meraviglioso e nostalgico della nostra vita che passa, del tempo che si sbriciola. La casa che un tempo è animata dai bambini, dai genitori e dai nonni, che con il tempo si svuota restando desolatamente silenziosa, con le pareti che gridano muta solitudine, in cui risuonano le voci allegre di un tempo. Un film più bello dell’altro.
E’ stato un grande Maestro, possiamo dirlo senza ombra di smentite, un campione assoluto del miglior cinema italiano del secondo ‘900, un maestro che detestava i “titoloni”, che prediligeva l’ironia e l’autoironia, che amava prendere posizione, anche politica, e che non ha mai rinunciato ad essere in prima fila nelle grandi battaglie sociali, civili ed artistiche del Paese. Sempre pronto a battersi per il diritto alla cultura, al consegnare ai nostri ragazzi una nazione migliore senza abbassare mai la guardia sull’importanza del bello e dell’istruzione. Un altro grandissimo che ci ha lasciati, un uomo libero che non aveva più fatto film per alcuni anni perché “ nessun mecenate e nessun libro paga”.
di Alessandra Paparelli
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