Come prevedibile l’affaire Expo ha spaccato in due la società civile, perennemente conflittuale nell’eterno dualismo manicheo fra sostenitori e oppositori.
Se tra i sostenitori si colloca prevalentemente la classe politica, che come per tutti i progetti “grandi opere” dall’evento può solo trarne beneficio, sulla falsariga dei vari movimenti di protesta “No”, e’ nato appunto il No Expo, che osteggia la kermesse sulla base delle analisi di evidenti contraddizioni.
Salta all’occhio in prima battuta lo strano nesso fra lavoro e istruzione.
Per capire e interpretare correttamente le suddette discrepanze, basta leggere quello che è stato scritto nel protocollo sull’impiego siglato il 23 luglio 2013, con la piena adesione sindacale confederale.
Nel pieno rispetto della controriforma del lavoro renziana, il principio base dell’iniziativa e’ stato quello di garantire una maggiore flessibilità lavorativa. Sottoscrivendo il protocollo, i rappresentanti dei sindacati confederali e i rappresentanti di Categoria del Commercio, si sono accordati infatti sulle forme di flessibilità applicabili in riferimento all’Apprendistato, al Contratto a Tempo Determinato e allo Stage.
Apprendistato: saranno inserite 340 persone, di età inferiore ai 29 anni. Vi saranno nuove figure professionali (Operatore Grandi Eventi, Specialità Grandi Eventi e Tecnico Sistemi di gestione Grandi Eventi) con specifici piani formativi.
Contratti a Tempo Determinato. Per circa 300 lavoratori individuati partendo dalle liste mobilità e in stato di disoccupazione. È stato inoltre stabilito un ampliamento dei limiti quantitativi di utilizzo a fronte della predeterminazione della causale all’interno dell’accordo stesso e specifiche durate contrattuali (minimo 6, massimo 12 mesi).
Stage. Gli ambiti di orientamento professionale sono 17, per un totale di 195 stagisti coinvolti per i quali è previsto un congruo rimborso spese e buoni pasto giornalieri.
I Volontari: saranno ingaggiati direttamente da Expo 2015 S.p.A. Sono previste almeno 475 opportunità di volontariato. Tale valore moltiplicato per il periodo di presenza giornaliero (minimo 5 ore) e per una permanenza media di due settimane consente di coinvolgere circa 18.500 volontari.
Le incongruenze si evidenziano leggendo tre articoli del documento: il 4,5,6.
Cominciamo con l’Articolo 4 – Mercato del lavoro.
In esso si esplicita che i contratti saranno per lo più di apprendistato, variabili da un minimo di 7 ad un massimo di 12 mesi.
Dal momento che Expo durerà 6 mesi, si dovrà necessariamente applicare una tipologia formativa per una competenza lavorativa fuori dai confini del nostro Paese, da inserire nelle mansioni necessarie ad Expo e non spendibili in eventuali altre manifestazioni espositive simili.
Perché non avvalersi allora di normali contratti a tempo determinato o a progetto?
Semplice: in questo modo Expo spa avrà a disposizione manodopera a costo minimo (sia come salario, sia come contribuzione previdenziale).
In aggiunta, si potrà derogare a diverse norme contrattuali e grazie al Job Acts, a fine apprendistato non vi sarà l’obbligo di assunzione.
Le tanto sbandierate promesse occupazionali legate alla kermesse sono invece legate all’assunzione di figure professionali altamente specializzate non inquadrabili dunque secondo la modalità dell’apprendistato.
Come abbiamo appena letto, tra gli “specialisti” si inserirebbero un centinaio di figure. I restanti 18.000 lavoratori reclutati saranno volontari, stagisti ecc.
Continuiamo l’analisi con la decodificazione dell’articolo 5.
Esso spiega cosa si intende per “stage”.
Cominciamo col precisare che gli “stagisti” saranno 195.
Essi avranno una retribuzione, a titolo di rimborso spese, di € 516 mensili (non specificato se al netto).
Se si volessero rispettare i requisiti richiesti attraverso le linee guida della Comunità Europea sugli stages formativi, bisognerà escludere tuttavia il mondo della scuola di secondo grado, che grazie ai programmi agevolati di alternanza scuola-lavoro, procurerà studenti a costo zero.
Saranno reclutati in particolare gli allievi di scuole ad indirizzo turistico, ristorazione e linguistico per un periodo che andrà da una a piu’ settimane.
Si potrà inoltre richiedere obbligatorietà nel periodo estivo.
Adesso andiamo all’articolo 6, dedicato al volontariato.
Expo s.p.a. rivolgendosi in particolare modo al mondo della scuola, recluterebbe personale volontario per un numero di 18500 persone suddivise in 475 tipologie.
Le scuole milanesi dovranno organizzare l’accoglienza e le attività degli studenti, ovviamente a costo zero.
di Simona Mazza
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