Tornano, il 25 e 26 marzo 2017, le Giornate FAI di Primavera, storico appuntamento organizzato dal FAI, Fondo Ambiente Italiano e dedicato alla scoperta dei luoghi archeologici, ai siti artistici e archeologici, ai palazzi e ai monumenti storici dell’Italia meno conosciuti al pubblico, come anche ai parchi e ville più belle e storiche.
Un evento molto importante che quest’anno compie 25 anni: dal 1993 ad oggi infatti, il FAI festeggia ogni anno l’arrivo della bella stagione con un evento in cui la riscoperta del patrimonio d’arte, cultura e natura del nostro Paese si trasforma in una grande festa di piazza per tutte le età e accessibile a tutti. Un evento senza barriere.
400 località di tutta Italia aperte:
Rappresentano per le Giornate FAI di Primavera una grande festa di piazza dedicata ai beni culturali da non perdere. Un evento che con le giornate ormai calde e tiepide suscitano interesse e fascino da parte dei cittadini e turisti.
Per gli amici a 4 zampe, la loro presenza possibile dipende dalle aperture. I beni aperti nelle Giornate FAI di Primavera non sono di proprietà del FAI è pertanto opportuno informarsi preventivamente sulla singola apertura contattando la Delegazione che si occupa dell’apertura o telefonando allo 02 /46 76 15 366.
Saranno più di 1000 le aperture straordinarie in 400 località di tutta Italia, la più grande festa di piazza dedicata alla riscoperta e alla difesa del patrimonio archeologico e artistico, grande patrimonio e bagaglio d’arte e natura italiano.
Riscopriamo la Tuscia:
Un’ultima curiosità: sarà anche un weekend alla scoperta dei tesori dell’arte etrusca. Tarquinia, sabato 25 e domenica 26 marzo, sarà l’unica città della Tuscia a partecipare alle Giornate FAI di Primavera, che in tutta Italia apriranno le porte a siti di pregio storico e artistico, dai palazzi ai castelli, dai borghi ai piccoli musei.
Per l’occasione saranno visitabili, in via straordinaria, le tombe dell’Orco, degli Aninas e la tomba degli Scudi (in corso di restauro, grazie al finanziamento dei Luoghi del Cuore FAI) appartenute a tre famiglie dell’aristocrazia tarquiniese del IV e III sec. a. C.: gli Aninas, i Velka e gli Spurinna. I tre ipogei fanno parte della necropoli etrusca Monterozzi, dichiarata dal 2004 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Per tutto il programma, Regione per Regione, si rimanda al sito del FAI, Fondo Ambiente Italiano.
Si ringrazia il sito www.fondoambiente.it
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