La FAO e i suoi 74 anni di storia
La FAO (Food and Agricolture Organization of the United Nations), nasce nel 1945 a Quebec in Canada con il supremo scopo di garantire la nutrizione e aumentare la produzione agricola nei paesi rurali.
Quando 74 anni fa nacque l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, il mondo stava uscendo dalla terribile piaga della Seconda Guerra Mondiale che aveva sconquassato il globo.
Tanti i paesi da ricostruire dopo le distruzioni ed i milioni di morti.
L’economia viveva una fase di totale incertezza e difficoltà, e di li a poco (1947) sarebbe stato lanciato il piano Marshall per la ripresa Europea.
Il trasferimento della Sede dagli USA a Roma
Se la FAO nacque a Quebec, la connessione con l’ONU fece si che la sede fu fissata a Washington DC e vi rimase fino al 1951.
A quel punto, a seguito degli sforzi già effettuati da Vittorio Emanuele III°, su richiesta del Governo Italiano ed al fine di unire le collezioni bibliografiche in America ed in Italia, la sede fu trasferita a Roma.
Essa si trova nella zona del Circo Massimo e delle Terme di Caracalla, ed è stata ampliata nei decenni fino alla imponente dimensione attuale: oltre 100.000 metri quadri coperti distribuiti su 4 ettari
La difficile missione della FAO oggi
Se la definizione della missione della FAO non è cambiata dalla fondazione ad oggi, il mondo si presenta enormemente diverso dal 1943!
Dalla povertà successiva alla Seconda Guerra Mondiale, siamo arrivati agli eccessi di abbondanza dei Paesi Industrializzati, dimenticando strada facendo intere, vaste, zone di Africa ed ‘Asia dove il cibo è ancora un lusso.
Oggi lo scopo della FAO diviene la ricerca di un mondo più equo, dove bilanciare gli sprechi del Nord del Mondo con le accorate richieste dei Paesi più poveri.
Cibo perso, cibo sprecato
Durante il recente OPEN DAY dello scorso 11 e 12 Maggio, il personale della FAO ha informato tutti i visitatori di alcuni numeri chiave per comprendere la magnitudine globale della mal distribuzione del cibo.
Innanzitutto è necessario sapere che, nonostante l’impressionante crescita demografica che ha portato la popolazione del globo a superare i 9 miliardi di individui, il cibo prodotto sulla terra sarebbe sufficiente per tutti!
A diminuire la possibilità che ognuno sul nostro pianeta possa avere un pasto giornaliero, intercorrono 2 principali fattori, spesso confusi dai più: il CIBO PERSO ed il CIBO SPRECATO.
Il primo parametro, il cibo perso, è in sostanza definibile come quello che va a ridurre in modo non intenzionale il volume del cibo destinato al consumo umano.
Esso deriva da inefficienze nella catena di approvvigionamento: infrastrutture e logistica carenti, mancanza di tecnologia, competenze, conoscenze e capacità gestionali insufficienti.
Il cibo perso si ha soprattutto nella fase di produzione, di post raccolto e di lavorazione, per esempio quando il cibo non viene raccolto o è danneggiato durante la lavorazione, lo stoccaggio o il trasporto e viene smaltito.
Il cibo sprecato è invece definibile come lo scarto intenzionale di prodotti commestibili, soprattutto da parte di dettaglianti e consumatori, ed è dovuto al comportamento di aziende e privati.
Il Cibo sprecato è in sostanza dovuto ad eccessive scorte che impediscono l’utilizzo del cibo stesso prima della dichiarata scadenza di uso o prima del suo deterioramento fisiologico.
La sommatoria del Cibo Perso e del Cibo Sprecato viene definita come CIBO SPERPERATO e coincide con la menzionata alimentazione che potrebbe sfamare tutta la popolazione mondiale se non dispersa strada facendo.
L’ambizioso piano della FAO e di Jose Graziano da Silva
La FAO quindi, per voce del suo attuale Direttore Generale Jose Graziano da Silva, ha lanciato ambiziosi piani da completarsi entro il 2030 denominati OSS: Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (OSS 1 e OSS 2).
L’Agenda dei piani OSS si compone di 17 aree e obiettivi quali: eliminazione di povertà e fame, gestione della minaccia del cambiamento climatico, sostentamento delle nostre risorse naturali (cibo, agricoltura).
E’ evidente come queste sfide non siano raggiungibili dalla sola FAO senza il concreto e convinto aiuto di tutti i paesi aderenti e dei loro miliardi di abitanti distribuiti in tutti i continenti.
Regolarmente e periodicamente si tengono le assemblee Plenarie con tutti i paesi facenti parte dell’Organizzazione, cosi’ come vengono lanciati innumerevoli progetti Internazionali a coprire le aree degli OSS.
I Vertici Mondiali, i Trattati globali e altre iniziative regionali, coinvolgono i rappresentanti di tutti i paesi associati, al fine di identificare efficaci azioni comuni da implementare sotto la responsabilità della FAO.
La sede, le sue sale per la fratellanza tra i popoli
Visitando le Sale della Direzione Generale della FAO, si respira la passione dei circa 3000 addetti che vi lavorano e come la comunione di intenti tra tutti i paesi membri sia elemento decisivo.
La gigantesca Sala Plenaria ha in evidenza le bandiere dei 194 Paesi membri così come dei 2 membri associati e dell’Unione Europea.
Può contenere oltre mille persone e ospita il 16 Ottobre la Giornata Mondiale sull’Alimentazione.
Ci sono poi le grandi Sale Verde e Rossa e quelle donate da Paesi membri tra cui la vivacissima Sala dell’Etiopia, quella importante della Cina, quella dell’Iraq ed il particolare Centro dello Sceicco Zayed.
La FAO merita il plauso di tutto il Pianeta per il suo incredibile impegno e la dedizione che potrebbero, se supportate dai poteri forti del mondo e da tutti noi, mettere veramente fine alle piaghe globali FAME e POVERTA‘!
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