Il 31 ottobre del 1993 moriva a Roma, per attacco di cuore, il regista Federico Fellini. Ci lasciava, dunque, uno dei più grandi registi nella storia del cinema mondiale.
La redazione di InLibertà rende omaggio ad una eccellenza italiana, nota in tutto il Pianeta.
Tanto si è detto, scritto e letto del grande regista, amante del paradosso, dell’eccesso, dei suoi film che toccano ancora l’anima; un artista versatile, di cui tanto si è parlato e che oggi vogliamo omaggiare con una serie di particolarità, di aneddoti e curiosità.
Forse non tutti sanno che Fellini è sepolto nella stessa tomba con la moglie Giulietta Masina, sua musa ispiratrice, moglie, compagna di vita e sul set, insieme al figlio Pier Federico, morto quasi subito dopo la nascita: la tomba si trova presso l’ingresso principale del Cimitero di Rimini, la sua amata Rimini celebrata con affetto tanto quanto la Capitale, città d’adozione.
La sua città natale Rimini, immortalata in molti film (Amarcord in particolare) gli ha dedicato l’Aeroporto in suo onore: Federico Fellini International Airport.
Per il suo Satyricon, nel 1969 ( questo film ed un altro, memorabile, un capolavoro come 8 ½ , sono influenzati dal lavoro dello psichiatra svizzero Carl Jung), Federico Fellini aveva proposto il ruolo di Trimalcione a Bud Spencer. Quando il regista spiegò all’attore che tipo di ruolo era e che avrebbe dovuto spogliarsi nudo e farsi mordere il sedere da un ragazzo, Spencer rifiutò senza pensarci troppo e lo congedò con un “a Federì…!“
Artista poliedrico, abbiamo detto: pittore, fumettista, sceneggiatore. Il suo primo lavoro è stato quello di disegnatore satirico per la rivista Marc’Aurelio, nel 1931.
L’amore per la pittura e per i fumetti
Fellini amava i fumetti: era un grande fan di Stan Lee e della Marvel Comics (editori di fumetti di supereroi come Spiderman e Hulk) e collaborò con Milo Manara. Dino De Laurentiis, sapendolo, gli propose di dirigere “Flash Gordon” (1980). Uno dei suoi primi lavori infatti, fu proprio quello di scrivere in italiano i testi dei fumetti di Flash Gordon. Giovanissimo, per pagarsi i biglietti di ingresso ai cinema vendeva le caricature dei grandi attori di Hollywood da lui disegnate.
Sapevate che ha lavorato come clown nel circo e che è arrivato al cinema dopo aver lavorato come giornalista? Oppure che rimase così colpito da “2001: Odissea nello spazio”, che scrisse un telegramma al collega regista Stanley Kubrick per complimentarsi con lui del grandissimo film-capolavoro?
Fellini enciclopedico
Oltre ad entrare nella storia dei capolavori del cinema, i suoi film sono finiti nelle pagine dei dizionari italiani ed anche delle enciclopedie. Alcune scene ed espressioni hanno dato vita infatti a neologismi (“Dolce Vita” e “Paparazzo” tra i tanti).
Fellini e Mastroianni
La Dolce Vita‘ è primo film nato dall’incontro tra Fellini e Mastroianni; tra i quali, forse, non si era stabilito ancora quella magnifica complicità tra l’autore e il suo interprete. Quasi una magica identificazione dalla quale sarebbero venuti fuori i meravigliosi film di un cinema grande, unico, irripetibile. Un rapporto di empatia totale con il grandissimo attore “Non lo so se mi crederanno, ma non me ne importa. Si è scritto e detto un’ infinità di volte quanto sia stato fondamentale per la mia carriera l’ incontro con Fellini. Con lui il mio destino di attore è cambiato radicalmente, sono diventato internazionale, conosciuto nel mondo”. In un’epoca piuttosto povera di grandi nomi e di veri talenti che diano lustro alla cultura italiana,fuori dei confini nazionali, è corretto pensare con un misto di malinconia, gratificazione e nostalgia ai tempi in cui volti, i visi, i talenti e le firme italiane erano simboli istantanei di qualità, fascino e maestria agli occhi del mondo; questo era e rimarrà il magico rapporto tra Marcello e Federico.
L’incontro e l’amore artistico per Sordi
Federico Fellini ha tra i suoi tanti meriti e pregi , quello di aver scoperto e mostrato Alberto Sordi al grande pubblico. Rimase profondamente colpito dalla “maschera” del grande attore romano, in grado di calarsi in personaggi tragici, malinconici, tragicomici e sarcastici, divertenti. Fellini lottò molto con Luigi Giacosi, produttore de I Vitelloni, per utilizzare Sordi il quale si pensasse portasse sfortuna, poichè i film precedenti erano stati una sorta di “disastro”. L’anno seguente Sordi esplose in tutto il suo splendore e talento, girò ben 14 film e divenne l’icona che tutto il mondo riconosce e conosce.
Per girare una scena del Casanova Fellini si fece inviare dalla Francia una camicia preziosa e molto costosa, che decise poi di non utilizzare dopo che la vide indossata dal suo protagonista Donald Sutherland.
Per girare alcune scene di Roma, Fellini fece ricostruire negli studios di Cinecittà quasi 500 metri di raccordo anulare.
Una curiosità su Totò: Fellini non riusci mai a lavorare con Totò, perchè sembra, pare, che i due si intimorissero troppo l’uno dell’altro. Una sorta di disagio reciproco.
Ricordo una sera d’estate di alcuni anni fa, una mostra degli abiti che Fellini aveva utilizzato sul set per i suoi memorabili film. La mostra, al Grand Hotel di Rimini, un luogo reso celebre in tutto il mondo dai suoi film, in particolare da Amarcord.
Monarchi e principi, attori e musicisti, politici e scienziati ed artisti di tutto il Mondo, sono stati ospiti delle sue suites; hanno passeggiato nel suo giardino e hanno ballato sulla grande terrazza da cui si vede il mare ma soprattutto proprio durante la mostra degli abiti cinematografici, ho respirato un’aria particolare, fatta di “arte”. Fellini aveva solo 14 anni quando entrò nel Grand Hotel, respirando a sua volta un’aria di “mondo fiabesco di ricchi e di lusso“, come lui stesso definì l’impatto con il grande albergo; lui che proveniva da una famiglia modesta. Dietro alla facciata liberty del Grand Hotel, c’è dunque una storia: il sapore, l’odore ed il profumo del mare della celebre e bellissima località romagnola che dette i natali al regista della Dolce Vita e far conoscere questa struttura dichiarata monumento nazionale.
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