Parigi. Gli insistenti attacchi dell’ormai ex ministro dell’economia Arnauld Montebourg, (Partito Socialista) avverso alle politiche economiche e al rigorismo del presidente Hollande, hanno causato un terremoto di tale intensità, da indurre quest’ultimo a dimettere il governo in carica.
La scintilla è stata provocata da un’intervista rilasciata da Montebourg a “Le Monde” lo scorso 24 agosto. Il ministro si era scagliato con veemenza contro la “riduzione dogmatica del deficit” e contro i diktat di Angela Merkel e della Bce. ” La divergenza riguarda la scelta di Hollande a favore della supply side economics, per dare all’economia francese maggiore competitività diminuendo il costo del lavoro (40 miliardi di sgravi concessi alle imprese) e per un’austerità di 50 miliardi di tagli alla spesa pubblica. “L’Europa deve fare come Matteo Renzi”, ha ribattuto attaccando la “destra tedesca”.
A tali affermazioni Valls, che si situa alla destra del Ps, ha tuonato “O io o lui”. Per il ministro si tratta della prima crisi di governo dopo la sua nomina a marzo, seguita alle dimissioni di Jean-Marc Ayrault, dopo il disastro elettorale della gauche alle elezioni amministrative.
Montebourg, come un fiume in piena, ha pure accusato il capo dell’Eliseo e il Primo Ministro di “affondare l’economia francese”, grazie alla politica dell’austerity , la quale avrebbe causato una crisi “senza precedenti dopo quella del ’29, la più grave, distruttrice e lunga. La stoccata è arrivata dopo aver annunciato che non farà parte del rimpasto: “Ho creduto fosse necessario riprendermi la mia libertà nello stesso modo in cui lui (il primo ministro Valls) ha accettato di darmela”.
Nonostante l’esperto abbia più volte indicato la strada migliore per uscire dalle spire devastanti della crisi, una strada contraria appunto al rigorismo esasperato proposto dai fautori del Fiscal Compact, la “testardaggine” di Hollande e Valls- come li ha definiti il ministro- ha prevalso.
Il compito di formare un nuovo esecutivo è stato affidato appunto a Manuel Valls, che secondo Hollande, garantirebbe “un governo di coerenza con gli orientamenti politici già definiti per il nostro paese”. Fuori dall’esecutivo insieme a Montebourg, ci sarebbe la responsabile della Cultura Aurèlie Filippetti, che ieri ha inviato una lettera a Hollande e Valls nella quale motiva la scelta per coerenza alla “lealtà” delle sue idee, rispetto alla “solidarietà” governativa, finora rispettata.
A rischio anche la radicale Christiane Taubira, famosa per aver dato il suo nome alla legge sul matrimonio gay, avversa agli ideologi dell’austerity.
Oggi Valls dovrebbe presentare il nuovo governo. Ciò che è certo è che più di 100 deputati socialisti si stanno organizzando per creare una forza propositiva e alternativa.
La composizione del nuovo governo verrà resa nota domani.
L’annuncio delle dimissioni del governo in carica ha avuto pesanti ripercussioni sui mercati, dove il rendimento dei titoli di Stato francesi a 10 anni è sceso a un nuovo minimo storico in mattinata, sul mercato secondario, toccando l’1,325.
di Simona Mazza
foto: lavoixdunord.fr
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