Galeria Antica, città fantasma

La città fantasma di Galeria Antica sorge su uno sperone tufaceo che domina l’agro romano, tra la Braccianese e la via Boccea, e si affaccia sul sottostante fiume Arrone.

Come ci si arriva

Ci sono due accessi a questo borgo abbandonato: il primo sulla via Braccianese, all’altezza di Osteria Nuova. Appena superata questa località, sulla sinistra, si prende una strada bianca al civico 881. Fatti cinquecento metri si lascia l’auto vicino ad un casale semi abbandonato e si prosegue a piedi su una mulattiera in direzione  dei ruderi che sono a vista.

Il secondo accesso è sulla via di Santa Maria di Galeria al civico 691. Vi si trova  un cancello di ferro che ha di lato un ingresso pedonale. Si percorrono quindi circa mille metri costeggiando alcuni campi coltivati fino a raggiungere delle case  coloniche. Di lì vi sono le segnalazioni che indicano un viottolo che poi costeggia le mura di questo paese.

La storia

I primi insediamenti risalgono agli etruschi. Successivamente il luogo passò sotto la dominazione romana. Quindi le  invasioni saracene la fecero decadere. Tornò ad essere un importante centro agricolo dopo l’anno 1486 sotto la famiglia degli Orsini, che poi la cedette ai Colonna e quindi ai Caetani. Divenne un centro fortificato ma attorno al 1700 venne a spopolarsi causa una epidemia di malaria. Le ultime famiglie lasciarono il borgo nell’anno 1809.

Misteri

Sembra che la città sia stata abbandonata tanto in fretta che gli ultimi abitanti, che si trasferirono ad un chilometro di distanza nel borgo di Galeria Nuova, lasciarono sul posto non solo i propri attrezzi agricoli ma anche alcuni concittadini appena deceduti, accatastati momentaneamente su un carro. Quei corpi furono ritrovati e seppelliti mezzo secolo dopo.

La visita

L’accesso è accesso libero. Si entra attraverso un bel portale da dove si ammira il campanile, quasi intero, della chiesa di San Nicola del XVIII secolo. Camminando ci si immerge in una serie di ruderi con alberi abbarbicati che stanno lentamente cancellando ogni vestigia del passato. Facendo attenzione a non cadere, alla fine ci si affaccia ad un belvedere per ammirare il paesaggio sottostante. Consigliamo il luogo agli amanti delle foto che  potranno sbizzarrirsi.

Degrado

Il sito è fortemente degradato. Occorrerebbe pulire il sentiero di accesso, riqualificare l’area con una nuova serie di indicazioni e tabelle esplicative, mettere panchine, recintare i punti di maggior rischio, rifare la stradina in antico basalto, ora sconnessa, puntellare alcune rovine che sembrano pericolanti.

Leggende

La leggenda vuole che un fantasma menestrello, cavalcando  un destriero bianco, appaia ogni anno, ai primi di novembre, cantando e suonando in ricordo della sua donna morta di malaria. Molti dicono di aver sentito rumore di zoccoli e forti lamenti. Di sicuro vi è che spesso le forze dell’ordine hanno sorpreso gruppi di  satanisti che celebravano messe nere tra le rovine. Si consiglia la visita di giorno, di notte i ruderi sono davvero inquietanti.

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