Nella Striscia di Gaza la tregua, accettata tanto da Israele quanto dalle milizie di Hamas, regge. Almeno da parte di Israele che la prolunga fino alle 20 di questa sera. Hamas in queste ore ha lanciato razzi e colpi di mortaio.
Shraf al-Qidra, portavoce del ministero palestinese della Sanità, ha riferito che ad oggi nella Striscia di Gaza sono morte 1000 persone, 5240 sono state ferite e gli sfollati superano le 120.000 unità. Le cifre sul lato israeliano sono inferiori. Solo poche decine sono state uccise e ferite.
Tra le vittime e i feriti israeliani, il 94% fanno parte del personale militare (30 su 32 sono soldati). Secondo le Nazioni Unite ed i servizi sanitari a Gaza, oltre l’80% di quelli uccisi nel raid israeliani e durante i bombardamenti sono civili, di cui un terzo sono bambini. Il Regno Unito Telegraph ha pubblicato i nomi di 132 di questi bambini, il cui numero, secondo l’Unicef è già salito a 181.
La situazione non sembra destinata a migliorare, nonostante l’intervento del segretario di Stato Usa John Kerry, che ha chiesto più volte il cessate il fuoco, presentando una bozza che prevede una tregua per tutta la settimana a partire da sabato. L’incontro è avvenuto con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu .
Nel frattempo, aerei da guerra israeliani hanno colpito moschea Hamza a Khan Younis con due attacchi aerei.
Si tratta della terza guerra nel giro di 5 anni e sembra essere la più devastante, basti pensare che negli ultimi 10 giorni, gli israeliani hanno aggiunto le loro forza di terra usando artiglieria pesante calibro e carri armati. Durante gli attacchi non sono state risparmiate moschee, ospedali, ambulanze, squadre mediche, scuole gestite dell’ONU e neppure ignari bambini.
Sebbene oggi il mondo sia inorridito dalle immagini che giungono dalla Palestina, in realtà sono ormai 60 anni che Israele attacca impunemente il territorio arabo, ordinando , espropriando e uccidendo civili. Gia tra il 1948 e nel 1967, quelle stesse persone erano state costrette ad abbandonare le loro città e villaggi, successivamente annessi ad Israele. Nonostante questo, fino a qualche settimana fa i palestinesi erano stati ritenuti responsabili della guerra, almeno dalla maggior parte dei media occidentali e della retorica ufficiale.
Tale opinione in questi giorni sta cambiando, anche perché sembra assai chiaro l’intendo genocida, vista che i palestinesi finora sono stati uccisi all’interno delle loro frontiere, all’interno di aree residenziali, se non addirittura all’interno delle loro case. Al contrario, tutte le vittime israeliane (tranne due, il numero totale di coloro che sono morti a causa di razzi lanciati da Gaza) erano impegnate in combattimento.
Per quanto riguarda l’ipotesi della tregua, Hamas ha fatto sapere di essere favorevole allo stop a patto di garantire il rilascio dei detenuti e l’estensione dei diritti di pesca.
Durante il cessate il fuoco, le parti si incontrerebbero al Cairo con la mediazione egiziana.
Tale trattativa prevederebbe per Israele il disarmo dei razzi di Gaza e dei tunnel e per Hamas, la fine del blocco e la ricostruzione dei danni che la Striscia ha subito durante le operazioni.
CASUS BELLI
Il “Casus belli” che ha scatenato l’ondata di violenza è stato il rapimento di due coloni israeliani adolescenti (uno almeno dei quali era un soldato), rapiti e poi assassinato. Anche se l’evento è avvenuto in Cisgiordania, e anche se nessun gruppo palestinese ha rivendicato la responsabilità, il governo israeliano ha immediatamente puntato il dito contro accusato Hamas e ha colto l’occasione per attaccare la Palestina.
Israele ha dunque arrestato centinaia di palestinesi e ucciso una dozzina di persone , tra cui un ragazzo palestinese, bruciato vivo.
Da qui, i gruppi di resistenza a Gaza hanno iniziato a sparare missili verso le città israeliane e lo Stato di Israele ha così violato il cessate il fuoco mediato dall’Egitto nel 2012, il quale prevedeva che Israele togliesse l’assedio a Gaza.
I gruppi palestinesi ovviamente rivendicano che Israele cessi il suo attacco a Gaza per onorare gli accordi precedenti.
di Redazione
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