A qualche giorno di distanza dai disordini di Milano (provocati dai black block per “protestare” contro l’Expo), torno a fare alcune considerazioni.
Assolutamente personali, ci tengo a sottolinearlo e probabilmente “scomode”.
E ancora una volta, così come avvenuto per i famosi e famigerati accadimenti di Genova (G8) mi ritrovo contro questo modo di protestare.
Per carità, salvaguardando il sacrosanto diritto di farlo (protestare), questo non è assolutamente il modo.
E sono soprattutto contro chi, dai fatti di Genova, si è scagliato e continua a farlo contro le forze dell’ordine.
La memoria è breve in tanti casi e molti benpensanti hanno dimenticato con una velocità impressionante cosa, in quei giorni, le forze dell’ordine furono costrette a subire.
Agguati, atti intimidatori, eserciti di black block schierati con caschi, mazze, molotov, scudi, con le forze dell’ordine, per contro, “bloccate” da regole e giurisdizione che sicuramente non consente troppe libertà nell’auspicata difesa della città.
Anche la morte di Carlo Giuliani, per mano di Mario Placanica è avvenuta esclusivamente per legittima difesa: almeno quello è provato: in primis da immagini televisive e soprattutto dalle sentenze.
Necessario citare anche i famosi fatti della Diaz, dove, con certezza, non sappiamo.
Immaginiamo comportamenti poco ortodossi da parte dei tutori dell’ordine, esasperati da giorni e giorni di angherie e pericoli mortali contro di loro.
Lungi da me il voler giustificare la “rappresaglia” contro tutto e tutti.
Alla Diaz erano presenti anche manifestanti pacifici che non erano probabilmente coinvolti nello scempio dei black block, ma mi dissocio da tutto il marcio gettato – COMUNQUE – contro chi ha tentato di difendere la città, rischiando di perdere la vita per poco più di 1.000 Euro al mese.
Non sono vittime innocenti anche loro?
E non sono vittime innocenti tutte quelle persone che per causa di quei criminali hanno visto distrutte le loro attività commerciali, le loro automobili ed in qualche caso anche le loro abitazioni?
Sono passati 14 anni dai fatti di Genova: era il 2001.
A meno di 150 Km di distanza la storia prova a ripetersi.
Devastazioni, saccheggi, guerriglia.
Ma se il giorno dopo, ventimila persone sono scese in piazza per ripulire gli escrementi lasciati dai “signori della protesta” (…) è anche grazie al comportamento tenuto sul campo dalle forze dell’ordine.
Nessuno può parlare in questo caso di violenza.
Ma di compattezza, di testa fredda e forza superiore a difesa del territorio. Quello sì!
di Riccardo Fiori
foto: tg24.sky.it
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