“Un giorno Francesco rientra stanco dall’ufficio e mi propone quest’idea” sotto una cascata di riccioli rossi, la designer sorride e rivolge lo sguardo a sinistra, la direzione che afferra i ricordi, e insieme l’incipit di quel progetto tanto desiderato. Chiara Catone è vispa ed elegante, mentre spiega alterna serietà e sana irriflessione, ed è difficile distogliere l’attenzione dal suo colletto geometrico decorato a mano. Il Francesco di cui parla è proprio accanto a lei. Di cognome fa Gentile, socio ora compagno da sempre, anche lui attento a ricordare quel momento così determinante.
“Il brand nasce all’improvviso e anche un po’ per caso. Fino a quel momento non avevamo mai avuto il coraggio di abbandonare il tracciato imposto dai nostri studi, anche se di fronte alla prospettiva di lavori monotoni e ripetitivi, da tempo vagheggiavamo su qualcosa di personale, più creativo.” Lei giornalista, lui avvocato. Entrambi hanno origini pescaresi e a malapena trent’anni. Fanno coppia fin dai banchi di scuola, e nel settembre del 2017 lo diventano anche nel lavoro: lanciando il fashion brand Gentile Catone, nome venuto fuori senza troppi giri e dalla superba combinazione dei loro cognomi.
Una visione particolare: chic e sostenibile, attuale e bon ton. “All’inizio doveva essere solo una linea di camiceria e qualche gonna, poi l’offerta è aumentata ed è diventato un prêt-à-porter completo”, spiega Francesco che da quasi due anni insieme a Chiara, lavora no-stop per mantenere reale quell’idea originaria mascherata da sogno. E i risultati si vedono: la firma emergente oggi conta ben cinque collezioni moda, con capi acquistabili direttamente in alcuni showroom di Milano e Parigi.
Li incontriamo per la presentazione di Aconito l’ultima linea Fall/Winter 19-20. Il nome deriva dal greco akòniton (pianta velenosa). Oltre che leitmotiv cromatico e semantico, si riferisce anche al fiore che Proserpina (o Persefone) divinità greca degli Inferi, amava coltivare nel suo giardino. Perché le loro, sono storie femminili, narrate a suon di abiti assemblati a mano da tessuti pregiati, naturali e rigorosamente compatibili con le esigenze dell’ecologia. Dalla partecipazione alla sesta edizione della Green Fashion Week – tenutasi a Roma nel novembre del 2017 – al subitaneo salto in passerella durante l’edizione invernale di AltaRoma – presso La casetta di Les Marionettes all’interno del Guido Reni District – con Electric Dèpendance, primissima fatica e debutto ufficiale della coppia creativa.
Un made in Italy etico dal richiamo nostalgico, mistico e letterario, che dunque sin dagli esordi mostra subito quel forte impegno consapevole. Con la forbita messa in scena di personalità disturbate da cose risolvibili e non, le silhouette spesso si tingono di elementi gothic-noir, sfiorando le corde del romanticismo e la magia di fiabe e antichi tramandi. Infatti, pescando con audacia dalla mitologia classica – la triplice forma di Kore-Proserpina-Ecate e le tre Parche, divinità della nascita e del destino-, e facendo riferimento anche al percorso psicologico di Lizzie, romanzo di Shirley Jackson, per la linea F/W 19-20, l’estroso duo compie una sfida atemporale, proiettando l’immagine di una donna moderna e determinata.
Gonne longuette, abiti in taffetà lamé con colli a fiocco, camicie in raso di seta, ruches voluminose sui polsi, accessori flamboyant. In una serie di raffinati ghirigori, la femminilità è borghese, enigmatica, volutamente ossessionata dalla ricerca del bello. Le tonalità fredde violacee si scontrano con quelle più calde dal sapore vintage, e i pattern floreali sono protagonisti, insieme a stampe incontrollate e geometrie optical dall’impronta timeless.
Aconito sembra un labirinto fashion letterario, e per aver creduto in quell’idea, Francesco e Chiara oggi dicono di non essere mai stati così felici e appagati. Dicono che la vera eleganza è quella senza frastuono, con il giusto tocco di estro che rende ricercati ma non bizzarri. Aldilà di tutti i trend, per i designer, l’importante è non snaturarsi mai.
Partiamo dall’inizio. Perché Gentile Catone?
(Chiara) Volevamo esprimere noi stessi, non essere comandati e dare vita a un prodotto che portasse il nostro nome, come un figlio, ecco perché il brand ha i nostri cognomi.
Qual è il vostro background? E quanto pensate possa aver influito sulla vostra arte?
(Francesco) Entrambi abbiamo una formazione classica che, se tecnicamente non è utile in questo campo, in realtà offre un’elasticità mentale e una possibilità di creare senza limiti. Non abbiamo i meccanismi mentali precostituiti di chi stando nel settore sa che quella cosa va fatta così e basta, perché si è sempre fatta così. A noi piace stravolgere gli schemi ed evitare le banalità, le convenzioni, questo deriva sicuramente dai nostri studi, che ci hanno spinto ad affinare il pensiero critico.
Da dove parte la vostra indole nostalgica?
C) Ci è sempre piaciuto il bello, quello che non è soggetto al trascorrere del tempo o alla moda del momento. L’amore per l’arte e la cultura rendono spesso nostalgici, trasmettono una sensazione di malinconia, di vivere quello che non si è vissuto. Lo zio di una nostra amica ha coniato un termine per questa sensazione e adesso l’abbiamo adottato anche noi, calza a pennello, la silanconia, ovvero nostalgia di quello che non si è effettivamente vissuto.
Da dove arrivano le ispirazioni per una collezione? Quali altri amori oltre la moda?
F) Da qualsiasi cosa, un po’ lo senti nell’aria, un po’ è un’intuizione fulminea che può arrivare all’improvviso. Ci lasciamo ispirare dai nostri interessi, da un libro letto di recente, da un’idea suggerita da un film che poi magari non ha nulla a che vedere col film stesso, da un viaggio, da qualcosa osservata per caso durante una passeggiata. Amiamo leggere, ovviamente come tutti fare binge watching di serie tv (storiche, gothic-noir, thriller) collezionare oggetti d’antiquariato, viaggiare (mete avventurose, viaggi on the road, weekend in città d’arte) e in genere sperimentare cose nuove.
I materiali sono tutti sostenibili?
F) La nostra è un’accurata selezione di aziende con specifiche certificazioni di sostenibilità ambientale, i cui tessuti derivano da innovazioni tecnologiche e sono prodotti a basso impatto ambientale. Cerchiamo di essere sostenibili a tutto tondo, anche nella produzione. Le confezioni cui ci rivolgiamo sono tutte abruzzesi di alto livello, dalla manodopera competente e tutelata.
Perché una donna dovrebbe scegliere i vostri abiti?
F) Sono diversi dall’offerta generale che si sta appiattendo sempre di più. Dietro i nostri capi c’è una storia, un racconto che emerge dalle nostre stampe. Non si tratta di mero abbigliamento.
Quali sono i vostri obiettivi futuri?
C) Ampliare sempre più la nostra rete vendita ed entrare nei migliori department store e boutique internazionali.
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