Sabato 19 e domenica 20 , tornano le Giornate di Primavera FAI; siti e monumenti in tutta Italia, aperti al pubblico: come non prendere in considerazione, dunque, uno dei punti più belli e ricchi di storia della Capitale, l’Aventino.
Il colle di Roma, nella zona del Circo Massimo, vide la nascita e il tramonto dell’ordine cavalleresco protagonista della cultura esoterica e che ne custodisce simboli e misteri da svelare, resi ancora più suggestivi dalla ristrutturazione dell’area effettuata nel 1764 dal celebre architetto, incisore e pittore, Giovanni Battista Piranesi.
Oggi e domani si può visitare la Villa del Sovrano Militare Ordine di Malta, proprio all’Aventino. Sorto nel 939 come monastero benedettino e passato a metà sec. XII ai Templari, è sede dell’Ordine dei Cavalieri di Malta dalla metà del Cinquecento, l’edificio è circondato dal giardino settecentesco ed è collegata alla Chiesa di Santa Maria del Priorato, la cui facciata fu ristrutturata tra il 1764 e il 1766 da Giovanni Battista Piranesi su commissione del cardinale Giovanni Battista Rezzonico, nipote di papa Clemente XIII. All’interno della chiesa, interamente rivestita di stucchi, le bandiere raffiguranti le lingue di provenienza dei Cavalieri e sul soffitto, spicca il grande riquadro con una composizione allegorica descritta da Piranesi allo stuccatore che esalta le glorie marinare dell’Ordine. L’architetto veneziano operò anche sulla piazzetta antistante la villa, qualificandola come il palcoscenico delle imprese militari dei Cavalieri di Malta. Il progetto iconografico è in continuità con quello della chiesa e comprende elementi simbolici come il serpente, la nave, la croce, le armi e gli emblemi che evocano la storia dell’Ordine.
La piazza è nota anche perché il buco della serratura (molto noto a noi romani) del portone d’ingresso, inquadra perfettamente la cupola di San Pietro. Anche i protagonisti del film “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino, si abbassano per ammirare la vista di San Pietro, dal famoso “buco della serratura”.
Aperta esclusivamente nelle Giornate FAI di Primavera, grazie alla generosa concessione dell’Ordine di Malta, la villa, tra i luoghi più misteriosi di Roma, svela i suoi interni, con i simboli, le bandiere, i cimeli di uno dei più antichi ordini religiosi cattolici, fondato a Gerusalemme nel 1048. Una leggenda medievale vuole il colle Aventino come una sorta di nave sacra per i Cavalieri Templari, pronta a salpare verso la Terra Santa, la parte che scende verso il Tevere sarebbe la prua, il labirinto di giardini e cespugli le funi e gli obelischi gli alberi della nave. Leggenda avvalorata dai simboli e architetture che Piranesi disseminò in tutto il Colle e che rendono il luogo ancora oggi a dir poco suggestivo e profondamente misterioso.
Una volta sul colle Aventino vale davvero la pena fare anche una bella passeggiata nei paraggi, approfittandone magari per visitare la Basilica di Santa Sabina, V secolo D.C., una delle più antiche di Roma e profondamente legate alla memoria storica di Roma; quella di San Bonifacio e Alessio, la Chiesa di Sant’Anselmo ed il Giardino degli Aranci (Parco Savello), detto anche “Parco degli Aranci“; un piccolo gioiello, quest’ultimo, dove si può godere di una vista mozzafiato su una grandissima parte di Roma, una panoramica che non lascia indifferenti, circondati da aranci ed una vegetazione curata, meta estiva di serate teatrali, sonetti e teatro in romanesco.
Uno scenario veramente magico. La particolarità di passeggiare lungo le vie dell’ Aventino è che si esce dal caos e dalla frenesia isterica che avvolgono Roma giornalmente; la zona è infatti molto tranquilla e silenziosa. Un modo per riscoprire Roma, per i turisti e per i romani che vogliono approfondire la conoscenza di Roma, di cui non si sa mai abbastanza; Giornata FAI di Primavera, evento a sostegno dell’arte, della cultura e della natura dedicato a tutti.
Troppo spesso si viaggia in posti lontanissimi, solo per poter dire che si è stati alle Maldive o in Polinesia (legittimo, per carità), ma non si conoscono la storia e la cultura che abitano a pochi km da casa nostra.
di Alessandra Paparelli
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