Giullare: evoluzione di un essere fuori dagli schemi

Il giullare, simbolo di sovversione alle regole e di follia, è sempre stato considerato un diverso all’interno della società. Eppure, spesso, nel solco creatosi fra normalità e follia, si sono insediati i germi del nuovo. È il diverso quello che dà vita a nuove arti, nuovi mestieri e nuovi significati.

Il giullare

Che fossero persone di strada che intrattenevano un pubblico improvvisato, oppure veri e propri artisti di corte, gli ioculares sono fin dal loro primo debutto nella storia dei personaggi ambigui. Dovevano sapersi esibire in tutte le arti che divertivano il pubblico: acrobazie, balli, canti, lanci di coltelli, giochi col fuoco. Tutto, per convincere chi avevano davanti a pagare l’esibizione.

Nel corso del tempo si differenzieranno due tipi di giullari: i clerices vagantes e i veri e propri buffoni. I primi erano studenti che peregrinavano da una corte all’altra e si guadagnavano da vivere scrivendo per i Signori che li ospitavano. Spesso la letteratura giullaresca di questi giovani studenti era licenziosa: pensiamo al Contrasto di Cielo d’Alcamo o al S’i fosse foco di Cecco Angiolieri, dove i fini dei protagonisti sono godersela e stare con belle donne.

I buffoni non si limitavano alle poesie licenziose; dediti al contorsionismo, al teatro, alle imitazioni se ne inventavano di tutti i colori per conquistare il cuore e le tasche degli spettatori. Per queste sue caratteristiche anticonformiste, il giullare era considerato un reietto, uno strano, diverso dagli altri e come tale doveva presentarsi all’interno della società. I suoi vestiti dai colori sgargianti proclamavano la sua diversità, i campanellini alle estremità del suo cappello avvisavano l’arrivo di una persona che la gente per bene doveva evitare: il pazzo, pericoloso come un lebbroso.

La figura del giullare darà origine poi alla tradizione del clown, che dalla commedia dell’arte si evolverà fino a diventare il protagonista degli spettacoli circensi.

Il matto nei tarocchi

La figura del pazzo ha fatto sempre pensare a un sovvertitore delle regole, a un agente del caos. Per questo nelle carte dei tarocchi, presenti in Europa dal XV secolo, la carta zero è proprio quella del matto o folle. Questo particolare gioco di carte, introdotto secondo alcuni dai Mamelucchi egiziani, secondo altri inventato nell’Italia settentrionale, divenne col tempo un mezzo divinatorio. Col successo dei primi mazzi vennero stampati nell’Occidente molti diversi tipi di tarocchi, ma la figura del matto rimane nonostante i diversi cambiamenti apportati al gioco.

Questo personaggio indica il caos ma anche l’inizio di qualcosa di nuovo, per questo è il numero zero. E nelle sue raffigurazioni spesso ha ripreso le fattezze e i vestiti di un giullare o di un vagabondo – come vagabondi o vagantes erano i buffoni medievali.

Il jolly, il gioioso giullare

Come per i tarocchi, anche per le carte da gioco si teorizza un’origine orientale o italica. Diffusesi per l’Europa già dal XIII secolo, rappresentano per ogni seme dei personaggi della corte: il re, la regina e il fante. La matta o jolly fu introdotta successivamente negli USA – dove è chiamata joker. L’inserimento di questo nuovo personaggio, che sempre si rifà alla realtà di corte, è dovuto probabilmente al confronto col gioco dell’Euchre, derivato dal Jucker (gioco di carte nativo dell’Alsazia, da cui forse il nome joker).

Il jolly joker, il gioioso giullare, è la carta che può ribaltare una mano: è una chance in più, uno strappo alle regole, un trasformista. Il jolly è tutte le carte, e non è nessuna di esse. Come il folle e come il giullare rappresenta una realtà diversa, che infrange l’ordine equilibrato di tutte le altre figure. Chi la pesca, sorride alla fortuna: può farci quel che vuole.

Il Joker, il giullare di oggi

È quindi da mille folli metamorfosi succedutesi per secoli e secoli che approda il Joker, il giullare trand dei nostri giorni. Antagonista di Batman, il Joker è un supercriminale psicopatico vestito da clown. Sua caratteristica è la risata da folle e il costante sorriso sulla faccia. A volte accompagnato a delle carte da gioco, è un genio del male e un abile manipolatore.

Nelle trasposizioni cinematografiche sono state diverse interpretazioni di questa interessante figura. La sua più recente interpretazione, eseguita da Joaquin Phoenix, presenta un uomo completamente diverso dalla tradizionale visione del villain. La pazzia, che contraddistingue il Joker fin dalle sue origini, viene resa nella cruda realtà della malattia mentale.

Il giullare ha sempre sovvertito le regole della società, e qui lo fa in maniera dolorosa e amara: è la società ad essere crudele, è lei che ghettizza il diverso fino a renderlo un nemico. L’unico modo che il pagliaccio trova per essere apprezzato è ribaltare le regole dei buoni e dei cattivi e diventare egli stesso il malvagio di turno.

Il diverso è stato sempre considerato la matrice di una nuova realtà. Per questo il giullare è il punto zero, il caos che rientra nell’ordine della società dandole senso. È la carta che vale tutto il mazzo, che si può trasformare in ogni cosa. C l’uomo che guarda in faccia la vita, per come è. I giullari di ogni epoca ci consegnano con un sorriso il loro insegnamento: per rivoluzionare il mondo, bisogna anche saperci ridere sopra.

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