Crocevia di popoli e mercanti, Stato non ancora universalmente riconosciuto, la Palestina è stata e continua ad essere teatro di scontri, battaglie e controversie. Ma per il popolo Ebraico si tratta prima di tutto della Terra Promessa, la terra donata da Dio.
La storia dell’ebraismo è contrassegnata da alcuni importanti avvenimenti e da grandi personaggi
Mosè, assieme ad Abramo, patriarca dell’ebraismo, del cristianesimo e dell’islam, è senza dubbio tra questi. Tanto per gli ebrei quanto per i cristiani, Mosè è infatti considerato la guida del popolo ebraico. Fu a lui che Dio affidò il compito di guidare l’uscita del suo popolo dall’Egitto verso la Palestina.
In Egitto gli Ebrei subirono le prime persecuzioni. L’allora faraone, volendoli eliminare completamente dai suoi territori, ordinò di gettare nel Nilo tutti i bambini ebrei. Uno solo, secondo la Bibbia, sopravvisse. Deposto dalla madre in un canestro e affidato alle acque del Nilo, fu raccolto dalle ancelle del faraone allevato ed istruito a corte. Venne chiamato Mosè, che significa appunto “salvato dalle acque”.
Secondo le scritture e la cronologia più corrente, la storia ebraica incomincia verso la fine del II millennio a. C (2000 a. C.), ovvero quando gli ebrei si stanziarono nella regione del fiume Giordano, la Palestina.
Fu sul Monte Sinai, durante il viaggio nel deserto verso la Terra Promessa, che Dio rivelò la legge a Mosè e strinse un patto di amicizia con il popolo accampato ai piedi del monte.
Non tutti gli storici concordano sulla data, ma generalmente il 70 d.C. viene accettata come l’inizio della diaspora. I Romani conquistarono la Palestina, distrussero il tempio che gli Ebrei avevano costruito come proprio luogo di culto e i sopravvissuti si dispersero in ogni parte del mondo.
Anche nei secoli successivi gli ebrei subirono gravi persecuzioni. Costretti spesso a vivere in quartieri chiusi, notoriamente chiamati ghetti, e deportati nei campi di sterminio dove ne morirono circa 6 milioni, durante il periodo nazista.
Dopo la 2° Guerra mondiale, molti sono tornati in Palestina e qui hanno fondato il nuovo Stato d’Israele.
Pur senza patria, gli ebrei rimasero uniti nella medesima fede nell’unico vero Dio, Yahveh, nella custodia e nello studio della legge, nella frequenza alla sinagoga e nell’osservanza del sabato, loro giorno sacro.
Per essere gradita a Dio, la vita dell’ebreo deve ispirarsi alla Torah
La Torah è la legge dettata a Mosè e riassunta nei 10 comandamenti, oggi contenuta nel libro sacro della Bibbia ebraica.
L’ebreo devoto prega 3 volte al giorno, mattino, pomeriggio e sera.
Nella religione ebraica, lo Shabbat è la festa del riposo, celebrata ogni sabato. In questo giorno non è permesso alcun lavoro, in quanto completamente dedicato a Dio e al ristoro. Oltre al sabato, altre feste ricorrono nel corso dell’anno. La più sacra è quella del Kippur, festa del perdono e dell’espiazione. Gli Ebrei trascorrono questo giorno presso la sinagoga, luogo di incontro della comunità ebraica, digiunando per 24 ore e indossando una veste bianca in simbolo di purezza.
In occasione della Pasqua, festa della primavera e della liberazione del popolo ebraico, ogni famiglia si riunisce per la cena pasquale, accompagnata da una liturgia chiamata Seder, dedicata alla lettura spirituale dell’Esodo, il racconto biblico che narra l’uscita dall’Egitto.
Durante la Festa delle Capanne, Sukkot, se il clima lo permette, gli ebrei preparano delle tende nelle quali consumano i loro pasti durante i sette giorni della festa, con l’intento di conservare la memoria della traversata nel deserto.
Ci sono poi due feste che piacciono molto ai ragazzi. La Festa delle Luci, chiamata così perché ogni giorno si accende una luce su un candelabro a 8 bracci. Vi è poi la festa di Korimche corrisponde pressappoco al nostro carnevale. Ci si veste in modo stravagante, si suona, si beve e si mangia in galleria – ovviamente solo ciò che è Kasher, cioè regolamentare. Prima di consumare qualsiasi cibo o di eseguire qualsiasi azione importante, si ringrazia il Signore. Per gli ebrei ogni azione ha un significato religioso.
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