L’astice è un crostaceo che vive nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico.
Storia culinaria e simbolismo
Nel corso dei secoli è stato soprattutto consumato nelle tavole dei più ricchi e ancora oggi è associato alle occasioni speciali, per via delle sue carni molto saporite e pregiate.
Contrario alle norme alimentari ebraiche, secondo cui si potevano consumare solo i pesci con squame, l’astice non subì particolari restrizioni presso i cristiani.
Negli scritti esegetici medievali, l’astice così come aragoste, gamberi e granchi rappresentava il simbolo del ciclo vitale di morte, rinascita e resurrezione.
Tale convinzione derivava da una notizia di Plinio, secondo cui i crostacei in primavera rinnovano il carapace spogliandosi del vecchio.
Sempre nel Medioevo, l’immagine simbolica dei crostacei che salivano sulla superficie marina per inabissarsi subito dopo, o che deambulavano avanzando e arretrando contemporaneamente, erano il simbolo dell’instabilità di pagani, eretici e adulatori, i quali cambiavano continuamente il proprio pensare. Secondo alcune teorie legate sempre al simbolismo, i crostacei incarnavano addirittura il demonio, poiché si riteneva che egli camminasse all’indietro.
Presso gli antichi romani e in epoca medievale e rinascimentale, l’astice era considerato un cibo da ricchi, per pochi eletti.
L’umanista appassionato di cucina Bartolomeo Sacchi, detto Platina (1421-1481), nella sua “De honesta voluptate et valetudine” (1474) sottolineando che i gustosi crostacei erano un cibo indigesto, suggeriva di alleggerirli cocendoli in acqua e aceto.
Iconografia
I crostacei venivano raffigurati con una certa frequenza nelle nature morte e nei dipinti fiamminghi fra XVII e XVIII sec. come allegorie del gusto.
Proprietà
L’astice contiene una grande quantità di proteine, fosforo, potassio, vitamina A e sodio, sconsigliabile dunque a chi soffre di ipertensione e di ipertiroidismo. È inoltre ipercalorico: circa 82 kcal per 100 grammi.
Curiosità
Il protagonista della ricetta odierna viene anche chiamato: lupo di mare, lupicante, lupacante, grillo, longobardo o elefante di mare, per via delle sue dimensioni notevoli (30-40 centimetri di lunghezza per due chilogrammi di peso) inoltre, al pari degli altri crostacei, è considerato un alimento dalle potenti proprietà afrodisiache.
Spaghetti all’astice:
Per la pasta
500 g di farina di grano duro rimacinata
250 g di acqua
10 grammi di sale
Per il sugo
2 astici da 500 g ciascuno
500 ml di passata di pomodoro fresco
2 spicchi d’aglio
un ciuffo di prezzemolo
sale quanto basta
peperoncino quanto basta
Procedimento
Iniziamo ad impastare la farina di grano duro rimacinata facendo una fontana al centro del tavolo. Mettete il sale al centro della fontana e aggiungete l’acqua goccia a goccia. Fate assorbire l’acqua e lavorate il tutto per circa 10 minuti fino a quando la farina non sarà diventata un impasto liscio e asciutto.
Coprite l’impasto con una pellicola alimentare e fate riposare per circa 2 ore, prendere una parte dell’impasto e allungare a forma cilindrica (spessore circa 3 mm), dopodiché tagliare gli spaghetti alla lunghezza desiderata.
Per il sugo
In un tegame mettete a soffriggere 2 spicchi d’aglio in camicia con un po’ di peperoncino intero. Appena l’aglio Incomincia ad imbiondire, mettete dentro i due astici divisi a metà (per lungo). nel Lessate per circa 10 minuti, quindi versate mezzo bicchiere di Brandy nei bordi del tegame, evitando di versarlo sull’astice e aspettate che i fumi dell’alcol evaporino. A questo punto sollevate il peperoncino e l’aglio in camicia e versate la passata di pomodoro. Poi aggiustate di sale e lasciate cucinare per circa 15/ 20 minuti. Sollevate l’astice dalla sugo e versate la pasta che nel frattempo avete messo a cuocere in abbondante acqua salata. Saltate la pasta aggiungendo ancora un po’ di olio extravergine d’oliva e continuate a mantecare fino a quando non si sia formata una vera e propria crema di astice. Impietrate la pasta e decorate con la metà dell’astice per ogni piatto ed una spruzzata di prezzemolo.
Buon appetito.
Foto di Andreina Nacca da Pixabay
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