In una confusa intervista al New York Times “The Donald” Trump ha ammesso che gli USA sono troppo dipendenti da vari Paesi, come Cina, Corea, Giappone e tra questi ha inserito anche l’Arabia Saudita.
“Non siamo rimborsati per il tipo di enorme servizio che forniamo per proteggere molti paesi. E l’Arabia Saudita è uno di loro” Trump ha rincarato la dose affermando che, ” l’Arabia Saudita senza il mantello di protezione americana, non credo che sarebbe così sicura nei confronti dei paesi che la circondano”. Certo Trump non è molto esperto di questioni internazionali, ma considerando il suo muoversi di “pancia”, ha riproposto un tema che da tempo agita la politica estera USA.
Un rapporto contorto, quello con l’Arabia Saudita, fatto di accordi economici e militari, ma non per questo esente da critiche. Non si dimentica infatti che Bin Laden era un saudita, ma anche che per molto tempo gli USA hanno usufruito dell’appoggio dell’Arabia Saudita per le basi militari durante la guerra contro Saddam.
L’Arabia Saudita è governata dalla Casa di Saud, una monarchia autoritaria, che non tollera il dissenso, e il paese, figura tra le “uno dei peggiori” per quanto riguarda i diritti umani, politici e civili. L’Arabia Saudita segue il ceppo wahabita ultra-conservatore dell’Islam sunnita. E’ vietata la pratica pubblica di qualsiasi religione diversa dall’Islam. Il suo sistema giuridico è regolato dalla legge della Sharia, e che, sia l’Arabia Saudita che e lo Stato Islamico prevedono punizioni quasi identiche, come l’amputazione e la lapidazione. Il governo è anche famoso per la realizzazione di esecuzioni pubbliche al termine di processi che Amnesty International denuncia come “poco chiari”.
I Sauditi e gli Stati Uniti divergono sulla politica verso l’Iran. Arabia Saudita vede l’Iran come una minaccia per la supremazia in Medio Oriente. Riyadh teme l’accordo tra USA e Iran sul nucleare cosi che l’Iran possa perseguire una politica estera più aggressiva nella regione. Riyadh teme che l’Iran possa diventare il principale alleato del Golfo degli Stati Uniti.
In tutto questo, Arabia Saudita e Iran hanno posizioni opposte sul problema della guerra civile siriana, e le prospettive di pace dipendono in modo significativo da un accordo tra i due paesi. Cosa che al momento non sembra assolutamente possibile.
Un altro elemento che sta creando sempre più problemi agli Stati Uniti, è il fatto che l’Arabia Saudita è un importante finanziatore dell’estremismo islamico in tutto il mondo. Un record di Wikileaks è trapelato, l’ex Segretario di Stato e ora aspirante presidenziale Hillary Clinton ha dichiarato “i donatori in Arabia Saudita costituiscono la più significativa fonte di finanziamento a gruppi terroristici sunniti in tutto il mondo.”
In ultimo la questione petrolio. Grazie al boom del petrolio di scisto negli Stati Uniti, la dipendenza americana dal petrolio saudita è diminuita drasticamente. In questo contesto anche l’IRAN gioca un ruolo importante.
Difficile pensare ad un abbandono degli Stati Uniti dell’Arabia Saudita, certo però che un cambio di strategia andrà fatto. Bisognerà calcolare i rischi geopolitici di una simile scelta e su questo gli USA non sono stati maestri.
di Gianfranco Marullo
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