Quando cerchiamo sulla rete è ormai quasi un riflesso condizionato connettersi tramite a Google il più grande motore di ricerca mondiale.
Ma in realtà cos’è Google?. La risposta è banale un motore di ricerca. E fino li siamo tutti d’accordo: ma perché usiamo solo quello? E qui la risposta è meno sicura. Lo usiamo perché è il più facile, anzi pensiamo che esista solo quello. Anzi non ci pensiamo neanche troppo. Lo facciamo e basta.
Larry Page e Sergey Brin fondarono Google nel settembre del 1998. Oggi Google, a meno di dieci anni dalla sua apparizione, è il più grande Motore di Ricerca del mondo.
I loro inventori partirono da un concetto che il motore di ricerca non dovesse avere la pubblicità, ma fosse guidato semplicemente da un algoritmo definito “Page Rank”.
l valore di “PageRank” assegnato da Google ad una pagina web dipendeva all’inizio dal numero e dalla qualità dei links esterni al sito che puntano in direzione di quella pagina.
Ovviamente il sistema si è evoluto legando con sistemi complicati al tipo di pubblicità che il sito riceve e quanto questa pubblicità sia “trainante” verso la pagina web.
La pubblicità sul web è diversa da quella televisiva perché mentre scorre quella televisiva puoi cambiare programma, su quella del web, sei costretto tuo malgrado, a guardarla anche se per pochi secondi.
Questo sistema ha sostanzialmente permesso a Google di sbaragliare la concorrenza di tutti gli altri motori di ricerca suoi concorrenti come AOL (American on Line) , Yahoo, AltAvista.
Fin qui tutto bene, una bella idea che ha permesso ai loro inventori di guadagnare centinaia di milioni di dollari.
Ormai il sistema Google opera in correlazione alla pubblicità, ovvero gli spot pubblicitari sono quelli che trainano la ricerca di Google. Più pubblicità si paga a Google più la pagina “sale” e quindi diventa visibile a milioni di persone. Il calcolo dei guadagni è facilmente immaginabile.
Eppure c’è chi giudica Google come una minaccia alla propria privacy, lo considera un grande fratello in grado di controllare chiunque in qualsiasi momento.
Come la maggioranza degli utilizzatori della rete, il problema non se lo pone assolutamente considerando Google alla stregua di una normale applicazione da utilizzare.
Eppure sono molte le voci che sempre più insistentemente affermano come Google sia una sorta di “Grande Fratello” che con la sua immagine innocua, in realtà sia un potentissimo strumento di controllo su milioni di persone e miliardi di contatti su internet.
Il tutto gestito ovviamente da Macrosoft in accordo con il governo USA.
Effettivamente da Google Maps, Google Earth ecc , a pensarci bene, non si può certo dare torto a chi sospetta o accusa che l’utilizzo di alcuni sistemi sia una apertura ad un controllo sulla privacy di milioni di persone.
Questo sistema viene definito la “tecnologia della localizzazione” insomma come ti connetti si sa dove sei, cosa cerchi e anche quali sono i tuoi contatti.
Basti pensare che in alcuni investigazioni, la magistratura ha potuto seguire gli spostamenti di alcuni soggetti ricostruendoli dagli Iphone e dai simpaticissimi TomTom, (quelli che ti fanno fare dei giri assurdi se non conosci prima la strada), collegati con i GPS.
L’algoritmo di Google è definito dagli esperti “la ricetta segreta della salsa perfetta”, che gli permette di dominare la ricerca online. I critici accusano Google di danneggiare i concorrenti, Google risponde che rivelare la ‘ricetta’ esporrebbe i naviganti in rete a ogni tipo di spam e regalerebbe illegittimamente i propri segreti aziendali ai concorrenti.
Da tempo la Germania è in campo contro Google, che accusa tra l’altro di danneggiare il diritto d’autore offrendo la possibilità di scaricare contenuti informativi e culturali dei media cartacei e online, cioè contenuti prodotti a spese interne.
Al tempo stesso, dopo le rivelazioni di Snowden e lo scandalo Datagate NSA, utilizzo dei dati come spionaggio, la Germania tenta di sottoporre a più controlli il traffico di dati, verso gli USA.
Molti in USA, ma soprattutto in Europa accusano Google di avere il 95 per cento di quota di mercato dei motori di ricerca, che è una percentuale eccezionale con un potere sui consumatori e gli operatori sui mercati straordinario.
Una quota del 95 per cento vuol dire dominio monopolista, non libera concorrenza.
La risposta di Google, alle accuse tedesche, non si è fatta attendere, bloccando la ricerca di molti siti soprattutto legati alla stampa dei libri, giornali, riviste.
È curioso, ad esempio, come se io entro in un sito come Amazon alla ricerca di un libro, oppure in un qualsiasi sito di mercato on-line, subito dopo aprendo Facebook, o qualche altro sito, mi compare la pubblicità di quello che avevo richiesto o semplicemente curiosato per sapere il prezzo.
Misteri della rete? Algoritmi incomprensibili, semplici connessioni rimaste aperte? O un sistema come dicono alcuni per controllare continuamente anche a livello minimo gli utenti e le loro scelte?
Secondo alcuni esperti al di fuori degli scontri tra monopolisti, come Google, Macrosoft, Apple ecc, il sistema è proprio quello, fare in modo che la pubblicità arrivi continuamente all’utente, e questo sistema in realtà potrebbe consentire anche la sua immediata individuazione, soprattutto se questa è un’ azienda od una attività commerciale.
Siamo tutti spiati? Non lo sappiamo. Certo è che il “grande fratello” non è più una fantasia complottista.
di Gianfranco Marullo
foto: macitynet.it
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