Quasi 6000, di tutte le età e da tutta Italia, i fans del “Maestrone” che il 30 giugno hanno gremito Piazza Grande, il cuore di Modena, in occasione dell’ultima tappa estiva del tour gucciniano. Francesco Guccini, neo settantenne, torna nell’amata-odiata città emiliana dov’è cresciuto, e tra le canzoni scelte traspare il tema del tempo che scorre, condito da un pizzico di inevitabile nostalgia. L’incipit, come consueto è affidato a Canzone per un’amica, seguita da classici immortali come Auschwitz, Dio è morto, Noi non ci saremo, Canzone delle osterie di fuori porta, , Il vecchio e il bambino, Farewell. Numerose anche le incursioni nel repertorio degli inizi con Tema, Ti ricordi quei giorni, Vedi cara, Canzone quasi d’amore e la malinconica, bellissima Incontro. Non mancano anteprime del prossimo album come Su in collina, ispirata ad una vicenda della Resistenza bolognese, e la caustica Il testamento del pagliaccio. Tra una canzone ed un sorso di vino rosso, Guccini intrattiene il pubblico con aneddoti su Modena, sulla sua gioventù e sui primi passi nel mondo della musica, divertendosi ad improvvisare Be bop a lula con l’amico e coetaneo Franco Fini Storchi, da lui definito “rocker emiliano”. Dopo Don Chisciotte, cantata insieme al fido chitarrista Flaco Biondini, e l’amatissima Cyrano, si chiude con l’immancabile, trascinante ed epica Locomotiva, e come disse Giorgio Gaber, «Chi scrive tredici strofe su una locomotiva, può scrivere di tutto».
Valeria Gubelli
Foto: www.lastampa.it
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