Le vicende politiche che stanno accadendo in Libia stanno influenzando, e continueranno a farlo, i rapporti economici con l’Italia. Fino a qualche settimana fa tra il nostro paese e quello di Gheddafi c’era un forte rapporto di collaborazione economica. La Libia è il quarto paese fornitore dell’Italia, con il 4,5% delle importazioni sul totale; l’Italia, invece, è il primo esportatore e introduce in Libia il 17,5% delle importazioni complessive del paese. Il tutto per un totale di 12 miliardi di euro. Senza trascurare il fatto che la Libia è il primo fornitore di greggio e il terzo di gas per l’Italia, mentre l’Italia è il terzo paese investitore in Libia d’Europa e il quinto del mondo. Nel paese libico ci sono oltre 100 imprese italiane. Il principale investitore è l’ENI che è il più importante operatore internazionale nell’estrazione del petrolio e del gas. Data la situazione la società non nasconde un po’ di timore per gli affari, anche se sono stati confermati tutti i contratti anche dopo l’inizio della guerra civile. Posto in pole position anche per Unicredit, in cui maggiori azionisti sono la Central Bank of Libya e la Libyan Investment Authority (insieme hanno il 7,5% sulle quote). Oltre a queste due società che sicuramente sono le più importanti in termini economici, ci sono ancora: Finmeccanica, Impregilo, Telecom, Alitalia, Edison, Visa e Grimaldi ad avere affari con la Libia.
di Redazione
Foto: thefrontpage.it
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