Giovanni Paolo II diceva “Non lasciatevi vivere, ma prendete nelle vostre mani la vostra vita e vogliate decidere di farne un autentico e personale capolavoro!”
Si tratta di un concetto straordinario che presuppone una totale conoscenza di noi stessi ed una piena consapevolezza della dimensione in cui viviamo.
Non è semplice rendere straordinaria l’ordinarieta’ senza un costante lavoro di cesello su noi stessi. Partiamo dall’analisi dei due tipi di vita.
Vita ordinaria: la routine
È fatta dalle nostre azioni quotidiane, che solitamente si ripetono in maniera identica tanto da rendere ogni giorno uguale l’altro. Studiamo, lavoriamo, pensiamo alla nostra famiglia, alla casa, ai nostri hobbies, alla burocrazia.
In buona sostanza, mettiamo una “spunta” a tutto ciò che andava fatto, però la vita ordinaria, nella sua quasi totale passività, ci fa sentire intrappolati in una carenza noiosa, dove ogni giorno arranchiamo su un tapis roulant ed i risultati che produciamo sono sempre stazionari.
Nella nostra vita manca una scintilla di vitalità.
Nulla di sbagliato nel voler condurre una vita ordinaria, per carità. Del resto anche Blaise Pascal sintetizzava “le piccole menti si occupano delle straordinarie, grandi menti con l’ordinario”.
Cosa manca?
Probabilmente abbiamo raggiunto i nostri risultati, obiettivi e desideri, ma sono davvero in linea con noi stessi?
La domanda merita una riflessione.
Sono i nostri sentimenti, momento per momento, che rendono la nostra vita straordinaria.
Siamo solo noi, le persone a cui teniamo, il nostro angolo di mondo e quei piccoli momenti a rendere la vita straordinaria.
E soprattutto implicano una scelta che solo noi possiamo fare.
Vita straordinaria: i 4 aspetti del Sé
Facile dedurre che vivere una vita straordinaria ci offre qualcosa di più, che è in linea con la nostra parte più intima, collegata al cuore.
Per vivere una vita straordinaria occorre analizzare 4 aspetti del Sé.
Sé Interiore: rappresenta la voce interiore dell’anima, è la mente individuale che pensa in modo razionale ed emozionale ed è quindi soggetta a forti limiti quali: presunzione, aspirazioni egoiche, ambizione fine a sé stessa, arroganza, avidità, competizione, invidia e via discorrendo. Corrisponde dunque alla percezione che abbiamo di noi stessi. L’ego è la parte più potente della “Mente individuale”, nasconde la meraviglia dell’essere e le sue grandi potenzialità usando le illusioni.
Sé Esteriore: diversamente dal Sé Interiore, il Sé Esteriore è una rappresentazione mentale di noi stessi che creiamo non attraverso l’esperienza individuale, ma attraverso il modo in cui sentiamo il nostro corpo in relazione agli altri. Essa rappresenta dunque un condizionamento esterno.
Per riuscire a mettere in equilibrio questi due aspetti dobbiamo collegarci alla sorgente, guardando dall’alto ai valori e a tutte quelle idee che riteniamo giuste per noi.
Dovremmo perciò partire da una semplice domanda: quelli che considero i mei desideri ed obiettivi, sono frutto di una mia idea o li devo realizzare per compiacere qualcuno?
Sé Superiore: è il Dio in noi. Si tratta di una coscienza intuitiva, totalitaria, che non mente, che ha volontà propria e propri obiettivi, è la voce dell’inconscio, la voce dell’anima. Poiché è staccata da noi, dobbiamo imparare a riconoscerla nel nostro intimo. In essa c’è tutta la luce di Dio.
Quando arriviamo a percepire questa importantissima parte di noi, dovremmo come prima cosa imparare ad annullare Sé Interiore ed Esteriore ed entrare nel flusso, per diventare parte di quel Dio nascosto.
Sé Supremo o Coscienza Divina Suprema (nella dottrina yoga): si arriva a conoscere il Sé Supremo solo attraverso un percorso molto profondo, che consiste nel dissociarci completamente da tutti gli elementi che prima identificavamo in modo illusorio con il nostro essere, dunque con l’Io Interno e l’Io Esterno.
Solo quando conquistiamo noi stessi, trascendendo ad un livello superiore, possiamo unificarci con il Sé Supremo e dunque con l’Universo.
Desideri ed obiettivi motivazionali
Soffermiamoci su un punto che abbiamo analizzato qualche riga fa, circa desideri e obiettivi.
I primi sono dei concetti astratti che nascono da una parte emotiva, i secondi sono diretta conseguenza dei desideri e solitamente vengono pianificati affinché si realizzino concretamente.
Conoscere desideri e obiettivi nella loro pienezza intrinseca significa sapere perché facciamo ciò che stiamo facendo.
Occorre precisare che quando realizziamo il Sé Supremo, il valore intrinseco di desideri ed obiettivi non dipende dal raggiungimento degli stessi, ma dalla soddisfazione che ne ricaviamo per tendere ad essi, dall’atteggiamento mentale, da come coltiviamo la presenza mentale.
Meglio dare importanza alla direzione verso cui ci muoviamo che alla destinazione fissa.
Non vuol dire che avere un obiettivo non sia importante, ciò che è sbagliato è l’attaccamento rigido al risultato, come se fosse uno scopo obbligato.
La Meditazione come mezzo per trascendere ad un livello superiore
La meditazione ci offre gli strumenti necessari a mettere a fuoco i nostri desideri e obiettivi; ci aiuta a sviluppare la massima consapevolezza, di conseguenza ci porta alla piena armonizzazione dei 4 Sé, facendoci arrivare un approccio contemplativo alla vita, foriero di benessere e felicità.
Foto di Renata Hille da Pixabay
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