Tre ricercatori dell’Università di Bologna (Massimo Gasparri, Fabrizio Brighenti e Annibale D’Ercole) hanno scoperto, e simulato al computer, che i Buchi Neri impediscono la nascita delle stelle. Questi straordinari corpi celesti divorano tutta la materia attorno, ma questo è risaputo. La scoperta dei tre astronomi rivela che quando i Buchi neri “mangiano” emanano flussi di radiazioni e gas roventi ad alta velocità; questi getti si diffondono per milioni di anni luce e scaldano l’ambiente impedendo la formazione di nuove stelle, perché la materia resta allo stato gassoso. I dati verranno pubblicati sulla rivista Royal Astronomical Society britannica e sono già oggetto di approfondimento per la Nasa che, il 15 novembre scorso, ha annunciato al mondo che il satellite Chandra X ha scoperto il più giovane buco nero conosciuto (appena 30 anni di “vita”) nella galassia M100, a soli 50 milioni di anni da noi; il satellite riesce a captare le radiazioni che non arrivano alla Terra perché assorbite dall’atmosfera ed ha rilevato quelle emesse dal Buco Nero. Il corpo è un residuo dell’esplosione di una supernova venti volte più grossa del Sole, scoperta nell’aprile del 1979 da Gus Johnson e da allora tenuta sotto controllo dagli astronomi. Un evento importante che permetterà di conoscere un po’ di più l’infanzia e la crescita dei Buchi Neri, come nascono e come si espandono.
di Redazione
Foto: www.iovideogioco.com
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