Pozzi e fontane sono ormai troppo usati: se avete un vero e profondo desiderio, dovete affidarlo all’albero dei desideri. Ma che cos’è veramente ? Un albero dei desideri è un particolare albero che viene usato tradizionalmente per raccogliere offerte o richieste, come nelle favole popolate da elfi e fate, come anche citato nel Piccolo Principe. Qui a Roma, c’è ormai un albero gigante, punto di riferimento per “sognatori” incalliti e irriducibili del desiderio. Natale non è dunque solo Presepio.
Nella nostra tradizione ormai si fondono anche le radici di abitudini e tradizioni diverse che già dal Medioevo avevano introdotto l’usanza di addobbare in vario modo gli alberi, solitamente abeti, simboli da sempre del rinnovamento della vita. Molti sono gli alberi di natale che si incontrano passeggiando per le vie della città, ma ce n’è uno che, appunto, sebbene inaugurato solo nel 2008, è diventato ormai speciale non solo per i romani ma per tutti coloro che, anche solo per pochi minuti, passano in città: è l’Albero dei Desideri della Stazione Termini”, a piazza dei Cinquecento.
Chiunque voglia può appendere qui il proprio biglietto con scritto un desiderio, un sogno, una poesia, una preghiera o semplicemente un pensiero. Forse il messaggio che il biglietto contiene non si realizzerà mai, ma si può esser certi che almeno il cuore di qualche lettore lo avrà raggiunto. Hanno la fantasia e il tratto incerto dei bambini o quello frettoloso dei pendolari che ingannano l’attesa del taxi o del treno stesso. I messaggi sul grande abete, illuminato e decorato, di piazza dei Cinquecento, esprimono e chiedono soprattutto “pace e speranza”, il “NO” a tutte le guerre, alle discriminazioni, al razzismo ed al terrorismo; altri biglietti invece, chiedono come desiderio il lavoro fisso. Il posto fisso, un sogno dei tempi moderni. Bambini romani e non, semplici cittadini e turisti chiedono a Babbo Natale soprattutto di “sconfiggere il terrorismo”.
Preoccupati per gli sviluppi dello scenario internazionale, grandi e piccoli desiderano “che le guerre finiscano, perché la vita è preziosa”, corredando il messaggio con cuori e cuoricini, colombe della pace, panorami di speranza. Molte ragazze chiedono l’amore e il principe azzurro, tante madri che chiedono salute e speranza per i figli. C’è il bigliettino di un ragazzo afhgano che ci ricorda che essere musulmano “non significa essere terrorista”; c’è quello del ragazzo africano che chiede gentilezza e aiuto. Ci sono biglietti di donne e ragazze che invocano “Meno femminicidio e più rispetto delle donne”, in altri delle citazioni, come questa “Passerà pure questa fine del mondo e sarà tutto l’opposto di ciò che ti hanno detto: si può essere vincenti anche nel tempo avverso”. E poi poesie, testi di canzoni, citazioni poetiche di Neruda, Trilussa, della Merini, frasi di John Lennon, De Andrè e Martin L. King.
Non mancano i messaggi spiritosi, ironici e sarcastici con gli immancabili messaggi di cuori solitari, di separati e divorziati. La speranza del Natale, in un luogo dove si va di fretta, dove si passa, si parte e si ritorna, tutti nel desiderio comune di vita.
di Alessandra Paparelli
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