I “fiumaroli” romani alla ricerca di una struttura per il Museo del Tevere

Fiume_tevereUn vecchio proverbio dice che a tavola prese moglie un frate. Tre anni fa, durante una cena, nacque invece l’idea di un Museo del Tevere. In realtà di riferimenti al “fiume sacro ai destini di Roma” (come è riportato sulla stele che adorna, dall’epoca fascista, la sorgente sul Monte Fumaiolo) le raccolte pubbliche e private capitoline ne hanno molte, ma un vero e proprio accorpamento di quanto riguarda “fiume” (così i romani chiamano il loro storico corso d’acqua) non esiste. Una delle poche critiche mosse a questa iniziativa è stata quella che l’Urbe sovrabbonda di musei i quali – per la maggior parte – in pochi visitano. Dimenticando però che il termine “museo” indica non soltanto una serie di sale con reperti in esposizione, bensì un luogo dove innanzitutto vengono riuniti e conservati oggetti, documenti, ritrovamenti che altrimenti – come accade per il Tevere – per lo più sparirebbero, ingoiati da dimenticanze e ignoranze.

Il 15 novembre 2015 un gruppo di “fiumaroli” ha dato ufficialmente vita all’Associazione Museo del Tevere, con sede provvisoria a Viale Parioli 90, nello studio dell’ingegnere Marcello Scifoni – vogatore master del Circolo Aniene, già vicepresidente della Federazione Italiana Canottaggio, nonché progettista dell’avveniristico Bacino Remiero di Settebagni (purtroppo rimasto sulla carta) – che della stessa Associazione è presidente. Il primo obiettivo dei soci fondatori (tra cui il professor Giuseppe Lattanzi, esperto di storia e archeologia tiberina, socio del Canottieri Tirrenia Todaro) è stato stabilire un contatto con chi il fiume romano da decenni – dalla seconda metà del 1800 per l’esattezza – ne salvaguarda alcuni importanti tratti cittadini: i cinque Circoli Canottieri storici. La Tevere Remo fondata nel 1872 a Passeggiata di Ripetta e ora presente anche all’Acqua Acetosa e ad Anzio; l’Aniene nata nel 1892 pure lei in zona Ara Pacis e dal 1960 trasferita a ridosso della storica fonte dell’Acqua Acetosa; la Lazio fondata nel 1900 a Piazza della Libertà e dal 1910 con la Sezione Canottaggio a Lungotevere Flaminio. Ultimi due, anche loro entrambi a Lungotevere Flaminio, la Roma (1919) e la Tirrenia Todaro (1945).

1200px-Ligue-latine-carteLa finalità del Museo non si esaurisce però con gli sport del canottaggio e della canoa, ma si allarga a tutto quanto abbia a che fare con il Tevere fin dall’antichità, quando era confine naturale fra le terre dei Latini e degli Etruschi. Pertanto potrà – anzi dovrà – avere Archivi Fotografico ed Emerografico, Biblioteca, Raccolta Stampe, Cineteca. La sua fruizione non sarà solo con apertura al pubblico ma anche con la pubblicazione di un Bollettino che riporti – oltre alle più recenti acquisizioni – gli studi relativi al Tevere, alle opere realizzate sul suo corso, le inondazioni, la fauna e la flora che vivono sulle sue rive. Attualmente l’Associazione Museo del Tevere è impegnata a sensibilizzare le Autorità Comunali (soprattutto la Soprintendenza) sul reperimento di una struttura di raccolta e di esposizione di materiale archeologico, artistico, documentaristico ma anche ludico-sportivo sul Tevere (un noto giornalista capitolino, Alberto Marchesi, sosteneva che lo sport a Roma è nato a fiume). In proposito va evidenziato che nell’Urbe tuttora è esistente una costruzione storica nata ad uso della navigazione tiberina, l’Arsenale Pontificio di Porta Portese, il quale, recuperato – per decenni ha ospitato un deposito di materiali da costruzione – e restaurato, sarebbe il sito ideale per un Museo del Tevere. In alternativa, una valida location potrebbe essere individuata negli ex-capannoni militari di Via Guido Reni, al Flaminio, per i quali è stato espletato dal Comune un bando-concorso di riutilizzo integrale.

canottieriMP3_3394L’Associazione Museo del Tevere ha nel frattempo realizzato un filmato (curato da Francesca Cerbini) nel quale alle suggestive immagini d’epoca e attuali si alternano brevi interviste a chi di fiume ha fatto la sua seconda casa – innanzitutto i presidenti dei citati cinque Circoli Canottieri storici – oltre a quanti si stanno dedicando a questa iniziativa di diffondere ancor più la conoscenza della prima “culla” di Romolo e Remo.

di Enrico Tonali

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