La fisarmonica
Strumento affascinante, la fisarmonica. Se è vero che, come affermava Luciano Berio, ogni strumento porta con sé il peso e la complessità della propria storia, attraverso il suono della fisarmonica è possibile intravedere le immagini di mondi distanti, epoche e sensibilità diverse di cui lo strumento si fa al tempo stesso specchio e filtro.
Di invenzione relativamente recente (i primi brevetti risalgono agli anni Venti dell’Ottocento), la fisarmonica unisce due universi apparentemente inconciliabili: quello degli strumenti a tastiera di tradizione colta, che la vede sorella minore e dinamica del severo organo, e quello della tradizione popolare, del liscio e delle orchestre da ballo, dove essa è immancabile compagna di momenti di spensierata socialità.
Marie-Andrée Joerger
La talentuosa fisarmonicista francese Marie-Andrée Joerger – concertista e didatta tra le più apprezzate della scena europea – si colloca certamente nel primo dei due universi; ma la versatilità del suo approccio e, non ultima, la sua passione per la musica contemporanea ci restituiscono una fisarmonica decisamente moderna e accattivante.
Bach en Miroir
Con Bach en Miroir, pubblicato per l’etichetta discografica Klarthe Records, ci immergiamo infatti in un contesto assai più vicino al mondo classico, tanto che in certi momenti la pienezza sonora raggiunta dalla fisarmonica non fa rimpiangere le sonorità di un grande organo; e tuttavia resta sempre presente un tratto di agilità, un dinamismo mai ostentato ma rivelato dalla chiarezza del fraseggio – nonché nella capacità di riflettereBach e il genere del Preludio e fuga attraverso le epoche e gli stili.
Johann Sebastian Bach
Il disco conduce infatti l’ascoltatore in un duplice viaggio: quello nel Clavicembalo ben temperato di Johann Sebastian Bach (di cui troviamo trascrizioni da entrambi i libri della raccolta) e quello nella storia della musica europea. Alle sei composizioni bachiane sono infatti alternate opere di artisti che, più o meno consapevolmente, si sono fatti eredi del grande maestro tedesco nel dare nuova linfa a un genere strumentale di grande complessità: il Preludio e fuga unisce una forma libera, spesso basata sull’improvvisazione (il preludio) con una forma rigida e codificata (la fuga) – dimostrazione di come la grande arte si muova sempre in un delicato equilibrio tra libertà e vincolo, tra invenzione e costrizione, tra ispirazione e studio.
Un excursur attraverso trame musicali e note di copertina
In questo percorso la fisarmonica a bottoni di Marie-Andrée Joerger si muove con eleganza e disinvoltura, riuscendo a trasmettere la complessità delle trame musicali senza perdere in espressività e leggerezza, passando dalle luminose geometrie sonore bachiane alle sfumature romantiche, fino al ruvido dinamismo della musica contemporanea. Un viaggio affascinante, ben introdotto e accompagnato anche dalle ricche note di copertina, curate dal musicologo Mathieu Schneider: scopriamo così che Claude Balbastre fu uno dei grandi esponenti della scuola organistica francese del XVIII secolo, scuola che tra Ottocento e Novecento si avvalse dell’opera di Max Reger e che ad oggi vede in Thierry Escaich uno dei suoi più validi eredi; che il Preludio e fuga di Mozart è di fatto l’adattamento di una sua trascrizione di un’opera di Bach, e che il brano di Clara Schumann è stato pubblicato solo nel 1999 dopo un secolo e mezzo di oblio.
Un infinito gioco di specchi
Tutti motivi per apprezzare ulteriormente la proposta di Marie-Andrée Joerger: questo Bach en Miroir si lascia gustare, proprio come la musica del compositore cui è dedicato, nella leggerezza come nella complessità, aderendo perfettamente ai tratti peculiari di uno strumento forse inusuale, ma che si svela qui in tutte le sue doti espressive.
Dopo l’incursione nel contemporaneo ad opera di Escaich, il disco si chiude nuovamente sulle note di Johann Sebastian Bach. Sarebbe tuttavia ingeneroso parlare di un cerchio che si chiude, perché vorrebbe dire ignorare ciò che si è incontrato durante il percorso, ovvero gli innumerevoli e cangianti riflessi dell’idea musicale che lo aveva inaugurato: quello che troviamo alla fine è un Bach mutato, arricchito dalle sfumature e dalle sensibilità di tre secoli di musica. Un infinito gioco di specchi che si fa beffe delle leggi del tempo, e unisce passato e presente in un dialogo fecondo e denso di significato.
Tracklist :
J. S. Bach – Preludio e fuga n.1 in do maggiore BWV 846
Claude Balbastre – Preludio e fuga in re minore
J. S. Bach – Preludio e fuga n.3 in do diesis maggiore BWV 848
W. A. Mozart – Preludio e fuga KV 404a – BWV 883
J. S. Bach – Preludio e fuga n.6 in re minore BWV 875
Clara Schumann – Preludio e fuga n.1 op. 16
J. S. Bach – Preludio e fuga n.8 in mi bemolle minore BWV 853
Max Reger – Preludio e fuga n.2 op. 99
J. S. Bach – Preludio e fuga n.12 in fa minore BWV 857
Thierry Escaich – Preludio e fuga (Prima mondiale, Berlino 2019)
J. S. Bach – Preludio e fuga n.24 in si minore BWV 893
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