Il Calcio. Viaggio alle origini dello sport più amato del mondo

Partita di calcio fiorentino storico, ai giorni nostri

Il calcio è in assoluto lo sport più popolare al mondo. Basato su regole semplici, può essere giocato da chiunque abbia un pallone, in qualsiasi luogo.

 Fino a qualche giorno fa, tutti gli sport sono stati eclissati da quello che è il fenomeno sportivo più seguito al mondo: il Campionato Mondiale di Calcio. Un torneo per squadre nazionali maschili organizzato ogni quattro anni dalla FIFA ( Federation Internationale de Football Association).

Quest’anno si è disputata la 21a edizione dei mondiali in Russia con 208 squadre partecipanti, di cui solo 32 qualificate alla fase finale. Eclatante l’esclusione dell’Italia che solitamente figura tra le squadre più forti, eliminata dalla Svezia durante le qualificazioni.

Secondo le statistiche FIFA, sono 265 milioni le persone che praticano il calcio, di cui 38 milioni tesserati per le varie società. Includendo anche gli arbitri e i funzionari più vicini alle squadre, si raggiungono i 270 milioni di persone, cioè il 4 per cento della popolazione mondiale.

Incisione di giochi con la palla, Hans Egede, 1700, Description et Histoire naturelle du Groenland

Il continente con più persone coinvolte calcisticamente parlando è l’Asia, seguita da Europa e Africa. Nel nostro paese, il 52,2 per cento dell’intera popolazione tifa una squadra di calcio. Prima tra tutte la Juventus di Torino con più di 8300 tifosi, seguita da Milan e Inter con circa 4000 tifosi a testa. Tantissimi giocatori, dunque, altrettanti allenatori, milioni di tifosi al seguito, ma ci siamo mai chiesti da dove deriva questo sport, quali sono le sue origini e quali i suoi sviluppi nel corso del tempo?

Il calcio, come lo conosciamo oggi, è uno sport di squadra che si gioca con un solo pallone su un campo rettangolare di erba dove sono inserite due porte alle estremità. Viene giocato da due squadre composte, ognuna, da undici persone, dieci delle quali possono toccare il pallone solo con i piedi, il corpo e la testa, mentre solamente una, il portiere, può toccare il pallone anche con le mani per difendere la porta. Obiettivo del gioco è segnare più punti possibili, o reti, facendo passare la palla tra i pali della porta avversaria in un arco di tempo che è stabilito in 90 minuti.

Il predecessore più simile al calcio attuale di cui si hanno notizie, risalente al II e III secolo a.C., è il cinese “Cùjù”, letteralmente “palla spinta con un piede”, nel quale si doveva spingere una palla riempita di piume o capelli tra due canne di bambù.

Una partita di Soule in Bassa Normandia

Altri antenati del calcio possiamo trovarli nella Francia del Nord e nella Cornovaglia del XII secolo d.C. dove si praticava soprattutto nelle campagne un gioco di palla chiamato “Soule”. Non vi erano limiti di numero per i partecipanti, infatti ogni squadra era formata da tutti gli uomini validi dei villaggi che si andavano a sfidare. Non di rado erano centinaia le persone che si azzuffavano in campo rincorrendo la palla; questa era di cuoio o fatta con la vescica di maiale, riempita di crusca, di fieno o di muschio. Il campo da gioco aveva dimensioni variabili e includeva boschi, ruscelli, stagni e intere zone paludose con tutti i rischi connessi. Non esistevano penalità e la palla poteva essere colpita con tutte le parti del corpo, ma anche con bastoni di vario genere che non di rado finivano per essere armi da scagliare contro gli avversari.

Piazza Santa Maria Novella, Giovanni Stradano, 1562-1572

In Islanda, in Scandinaviae in Danimarca, i Vichinghi praticavano il “Knattleikr”, un gioco dove l’obiettivo principale era portare un pallone grosso, duro e pesante nel campo della squadra avversaria facendo uso soprattutto di mani e bastoni. Ogni tipo di fallo e infrazione era ben consentita quindi sovente si passava dal gioco alla guerriglia che poteva durare anche intere giornate fino a notte fonda. Il campo da gioco poteva essere variabile e durante l’inverno si giocava su distese ghiacciate rendendo lo spettacolo ancor più rocambolesco.

In Italia tra il ‘300e il ‘400un gioco si andava diffondendo a macchia d’olio nella città diFirenze: il calcio fiorentino. Un ibrido tra il calcio come lo conosciamo noi oggi e il rugby, in cui si poteva colpire una palla con i pugni e con i piedi. Ogni squadra era formata da 27 giocatoricon dei ruoli precisi in campo: 15 erano gli Innanzi (moderni attaccanti), 4 gli Sconciatori (centrocampisti), 8 i Datori (terzini e difensori) uno dei quali poteva usare le mani ed era addetto ad evitare la “Caccia”, ossia la palla a segno nel campo avversario. Per evitare le frequenti risse in strada venne messa la regola che potevano essere ammessi a giocare ufficialmente solo uomini di un certo rango riconosciuti ed iscritti in un apposito elenco comunale. Alcuni nomi eclatanti che hanno preso parte a questo gioco sono stati Alessandro e Giulio de Medici rispettivamente diventati papi coi nomi di Leone XI e Clemente XII e ancora Maffeo Barberini futuro Urbano VIII, Alessandro duca di Firenze e Lorenzo duca di Urbino.

Il calcio fiorentino divenne ben presto un fenomeno che si diffuse in tutta Italia seppure ogni città aggiungeva o eliminava regole a proprio piacimento.

Calcio fiorentino, Santa Croce, 1688

La vera patria del calcio moderno tuttavia fu l’Inghilterra e in particolare i college britannici,dove nacque come sport d’élite praticato dai giovani delle scuole più ricche, sulla base di un più rudimentale gioco con la palla calciata ivi presente sin dal medioevo.

Le classi solitamente erano composte da dieci alunni e a questi si aggiungeva il maestro, una sorta di capitano odierno, che giocava sempre insieme a loro portando quindi il numero di giocatori a undici.

Nel 1848, all’Università di Cambridge si propose un incontro con altri rappresentanti delle varie scuole e club inglesi tra i quali Eton, Harrow, Rugby e Winchester, al fine di stilare una serie di regole, (riconosciute in seguito come Regole di Cambridge) che potessero andare bene a tutti.

Il 24 ottobre del 1857 a Sheffield, Nathaniel Creswick, fondò la prima squadra di calcio della storia: lo Sheffield FC. Nel 1863 a Londrapresso la Free Mason’s Tavern, venne fondata la Football Association, prima federazione calcistica nazionale che unificò definitivamente il regolamento del gioco.

Ieri come oggi il gioco con la palla nelle sue molteplici varianti piace a tutti. In passato era diffuso maggiormente tra la gente comune come puro e semplice divertimento, seppure in maniera sregolata e violenta.

Nei tempi moderni sempre più si è trasformato in uno sport praticato ad altissimo livello entrando a far parte delle discipline olimpiche dal 1900 in poi, sebbene non abbia mai perso la sua forte componente ludica, tanto che FIGC è la Federazione Italiana Giuoco Calcio.

Seppure alterato negli ultimi anni dai compensi stratosferici rivolti ai giocatori, allenatori e dirigenti e da scandali di ogni sorta legati alle principali squadre europee, resta in assoluto lo sport più amato nel mondo.

Basti vedere le migliaia di persone riversate negli stadi russi in questo periodo, giunte da ogni parte del mondo per seguire le fasi finali dei mondiali. Striscioni d’ogni tipo invadono le curve assieme a bandiere, cappellini e sciarpette portati da una massa infinita di tifosi festanti. Colorite coreografie e fantasiose scenografie animano i bordocampo assieme a cori inneggianti la propria squadra. Migliaia di persone dunque che si entusiasmano, si agitano, si commuovono e si emozionano sperando di assistere all’apoteosi del gioco: il gol.

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