Leonardo da Vinci, con il suo celebre Uomo Vitruviano, ci insegna che la perfezione esiste, ma non è di questo mondo. La simmetria delle forme, la proporzione e l’equilibrio sono tutti elementi che l’essere umano tenta disperatamente di raggiungere ogni giorno, con scarsi risultati. E allora, tralasciando il modello vitruviano (di cui probabilmente la maggior parte di noi non ha nemmeno contezza), ecco come la chirurgia, la medicina estetica e i filtri di Instagram possono darci quel senso di pace e appagamento momentaneo.
Se ci riflettete, è curioso pensare che la maggior parte delle preoccupazioni di un individuo siano il riflesso di un costrutto sociale; se per le donne può essere confortante l’idea di un corpo a clessidra, sinuoso ma al tempo stesso elegante, per gli uomini si “richiede” un fisico muscoloso e commisurato. E ora veniamo al punto: tra i vari crucci che un uomo può avere rispetto il proprio corpo c’è, senza ombra di dubbio, quello del pene piccolo.
Dismorfofobia peniena e micropenia: facciamo chiarezza
La dismorfofobia peniena o “sindrome del pene piccolo” è un disturbo psicologico che consiste nella paura (infondata) di avere il proprio organo genitale di dimensione inferiore alla media. Diversa è invece la micropenia, una condizione organica che porta ad un mancato sviluppo del pene, il quale non supera i 6,5 centimetri in erezione. Nonostante la misura ridotta, i testicoli mantengono una dimensione normale, il che porta ad una visione sproporzionata dell’intero apparato genitale.
In entrambe le condizioni, il soggetto può provare disagio cinicamente significativo, culminando in uno stato ansioso e, nei casi più gravi, in uno stato depressivo.
L’insorgenza dei due disturbi
La preoccupazione per le proporzioni appare generalmente nella fase pre adolescenziale, dopo una buona dose di auto ispezioni e misurazioni; molti giovani, incuriositi dall’amichetto che cresce sotto le gambe, si confrontano con i pari, si documentano attraverso i porno, e così via. L’evento scatenante che conduce ad una diagnosi simile è variabile, perché condizionato da fattori esterni e interni all’individuo.
Nella micropenia, invece, il disturbo è evidente sin dalla nascita, quando il pene misura meno di 2,6 centimetri.
Due cose da non fare se pensi di avere il pene piccolo
L’errore che viene maggiormente commesso è quello di auto-osservarsi dall’alto verso il basso: questa prospettiva darà al pene un aspetto decisamente distorto, schiacciato e minuto. Se poi ci si confronta con un altro individuo posto frontalmente, questo apparirà chiaramente più dotato. L’osservazione frontale, quando si è posti dinnanzi allo specchio, è la modalità più corretta per una visione attendibile del proprio membro.
Un altro errore è quello di mettersi a confronto con i pornostar: il fatto che un divo del sesso abbia un abete al posto del pene non significa che ciò sia “normale”. Solitamente gli attori vengono ingaggiati proprio per questa peculiarità: è tutta una questione di fotografia dell’immagine.
Le dimensioni contano?
Sfido qualunque individuo di sesso maschile a dire: «Me ne frego se ho il pene piccolo» senza un minimo di remora. Ecco, questo ci fa capire quanto sia importante per un uomo essere dotati (perché «big is better» e, soprattutto, fa più virile). In realtà, non necessariamente un pene enorme soddisfa le aspettative sessuali di un/a partner: servono i movimenti giusti, ritmo, sensibilità… e poi, diciamocelo, il sesso non è solo l’atto penetrativo.
Quindi buone notizie, miei cari lettori: che il vostro pene sia grosso, normale o micro, il segreto è solo uno… saperlo usare bene!
* Psicologa, sessuologa e consulente di coppia
Foto di Sandor Foszto da Pixabay
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