Ormai Donald Trump ha vinto le primarie USA, ma non ha ancora ottenuto l’appoggio del Partito Repubblicano. Anzi sembra che siano più numerosi i suoi detrattori che i suoi sostenitori.
Pochi si fidano di lui, soprattutto perché nella sua campagna elettorale Trump ha espresso concetti duri, violenti xenofobi, ma anche contraddittori che lo rendono agli occhi del GOP Partito Repubblicano “inaffidabile e confuso”.
La confusione nel Partito e nell’elettorato repubblicano è grande, il Partito sembra spaccato anche profondamente. Le posizioni sono piuttosto nette: alcuni hanno confermato che comunque andrà non appoggeranno mai Trump, poi c’è chi è disponibile al sostegno in modo però attendista, “wait-and-see” solo se Trump modificherà alcune sue posizioni, (cosa estremamente difficile). C’è chi sostiene invece Trump adoperandosi per trovare una base unitaria per riunire il partito.
Sicuramente Trump ha contro il Clan Bush, che al momento sembra rifiutare qualsiasi supporto ad una sua possibile elezione. E questo è veramente un problema.
Nei giorni scorsi i responsabili del partito sotto la guida di Paul Rayan Presidente della Camera, si sono riuniti per cercare di trovare una soluzione al problema “Trump”. Il punto fondamentale è che alcuni governatori e senatori degli stati chiave, come la Florida si trovano in difficoltà a sostenere Trump proprio per le sue dichiarazioni contro gli immigrati, contro le minoranze ecc.
D’altro canto è innegabile che Trump ha fatto breccia nell’elettorato del partito repubblicano proprio per il suo modo di affrontare i problemi politici ma soprattutto economici.
Negare a Trump questa immagine per ricondurlo in un area più “politica” rischia di fargli perdere quei consensi che lo hanno portato a vincere le primarie.
Quindi bisogna modificare l’immagine e il programma elettorale di Trump un pò ma non troppo, ma è chiaro che non sarà facile, soprattutto perché alcune sue proposte di tipo economico, sono per molti difficili da modificare senza snaturare il personaggio.
Su l’uno e l’altro fronte, dunque, si rischia di perdere qualcosa, e su questo gli strateghi del partito stanno lavorando, sperando di ricomporre l’unità del partito ma soprattutto dell’elettorato.
Comunque sia i risultati di queste mediazioni si valuteranno quando si andrà al confronto elettorale con la Clinton se le armi repubblicane saranno affilate, o per guerre interne completamente spuntate.
di Gianfranco Marullo
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