Il dipinto di questo mese è “L’Impero delle Luci”, di Renè Magritte (morto ad agosto del 1967), un olio su tela, del 1954.
Una casa di campagna totalmente al buio, se non fosse per un unico lampione che ne illumina un tratto di muro, con due finestre illuminate. Il resto, totalmente buio. Ma perché questa casa è così strana?
Un’opera surreale, sembra che la casa “parli”, che le sue mura vogliano dirci qualcosa. Una casa, un lampione, un laghetto, un bosco sullo sfondo; tutta la parte bassa della casa è scura, con queste due uniche fonti di luce, inquietanti. Eppure sono abitazioni tipiche che ritroviamo in Belgio, Olanda, Germania, Scozia o Inghilterra.
È notte? No. Se osserviamo il cielo, lo vediamo azzurro e con il passaggio di numerose nuvole bianche. Ecco il segreto del quadro, se in basso siamo in piena notte, in alto siamo nel pieno giorno. Nei suoi quadri, spessissimo, Magritte conciliava i due opposti. Misteriosamente eppure tanto “banalmente” opposti.
La sua tecnica superba la potremmo definire “illusionismo onirico”. Ciò che era solido per Magritte diventava gassoso, ciò che era grande, ciò che era piccolo, diventava grande. In questo quadro, convivono due elementi che sarebbe totalmente impossibile riscontrare nella realtà: il giorno e la notte, l’ombra e la luce si mescolano; da questa unione nasce il “mistero”. La sua capacità di insinuare dubbi sul reale è grandissima.
“Trovo che questa contemporaneità del giorno e della notte abbia la forza di sorprendere e di incantare, questo potere io lo chiamo poesia” (Renè Magritte).
di Alessandra Paparelli
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