A tutte le donne
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore. (Alda Merini)
Woman’s Wor(L)d ritorna, dopo una pausa. Ritorna omaggiando l’oggetto per cui è stata ideata: la donna. Nata dalla costola dell’uomo, ma così profondamente diversa da colui che l’ha creata, la donna è un ossimoro vivente. Fragile e forte. Tenace e arrendevole. Coraggiosa e paurosa. Pericolosa e tranquilla. Innovativa e tradizionale. Amorevole ed ostile. Sicura e insicura. Altruista ed egoista. Testarda e volubile. Socievole e solitaria. Donna e basta.
E’ difficile immaginare che esista un essere umano, di genere femminile, che non abbia in sé tutte queste caratteristiche e sono proprio queste che ci rendono incomprensibili agli occhi degli uomini. Eppure, per noi, essere donne, è naturale. Questo non significa che sia semplice, ma noi impariamo a convivere con noi stesse e con i nostri “ossimori” sin dalla nascita. Sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo che ci sorprenda, e costantemente in crescita, siamo in continua evoluzione e ri-evoluzione. Siamo come l’onda del mare: spumeggianti percorriamo tutte le acque e, una volta giunte alla riva, ci infrangiamo per poi ritornare indietro e ripercorrere lo stesso tragitto, in modo differente. Sempre diversamente. Mai uguali a noi stesse. Quante volte vi sarà capitato di sentirvi dire da un uomo, riguardo ad una tematica, “ma l’altro giorno avevi detto l’esatto contrario”. Per loro è incoerenza. Per noi è evoluzione, cambiamento. Perché noi cambiamo e ci rimettiamo in discussione con la stessa facilità con cui le onde ritornano indietro dopo essersi infrante in riva al mare.
Siamo così, extra-ordinarie. Uniche. Fiere. Questo messaggio è rivolto a tutte le donne che troppo spesso si sentono inadeguate, sole, “strane”, giudicate o diverse. Ognuna di noi è un mondo che gravita attorno agli altri. Per questo non dobbiamo mai permettere a nessuno di metterci in discussione, a meno che non siamo noi stesse a farlo. Dobbiamo imparare dai nostri ossimori. Dobbiamo resistere alle sfide della vita. Dobbiamo cercare di amarci per ciò che siamo. Dobbiamo ricordarci che ogni giorno, quell’onda, infinita, si infrangerà e poi ripartirà. A volte con più veemenza, a volte con meno forza, ma sempre con la stessa costanza. Perché noi siamo questo: un mare infinito di emozioni.
di Silvia Trupo
foto: Donna del Mare
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