Secondo gli studiosi di tutti i tempi, la donna ha da sempre avuto un ruolo essenziale nelle società arcaiche, fondate appunto sul matriarcato (termine che vuol dire “all’inizio le madri”).
In quell’epoca felice, non esisteva alcuna sopraffazione egemonica e gerarchica da parte degli uomini e le donne, grazie alla loro naturale inclinazione spirituale, poggiata sul “divino” femminile e sul legame viscerale con la Grande Madre Terra, avevano imparato a conoscere il “segreto” delle erbe e degli unguenti.
Da quelle officinali, essenziali per le cure naturali a quelle utilizzate per aromatizzare gli alimenti, fino a quelle necessarie per raggiungere lo stato di trance.
Molte di esse, possedevamo il potere di: dominare il fuoco, entrare in contatto con gli spiriti, interrogare l’oracolo (leggendo eventi o malattie in base ai suoi simboli), vedere a distanza, guarire gli infermi, cadere in estasi, trance, collegare energie visibili con quelle invisibili e persino effettuare voli magici.
Per farlo, utilizzavano i sogni quasi fossero varchi dell’essere, ampliativi della conoscenza sacra, così grazie al “sogno lucido” detto anche trance vigile, generavano un sapere magico-sapienziale. Insomma alle donne tutto era noto.
Abbiamo testimonianze di questa grande forza del matriarcato, non solo grazie ad una serie di leggende tramandate oralmente, ma anche e soprattutto grazie al ritrovamento di innumerevoli reperti archeologici sparsi in tutto il mondo, in cui vengono raffigurate donne/deinas, rappresentati dee madri grasse e con grandi seni, dalle anche tondeggianti e le cosce smisurate.
Il corpo femminile e i suoi cicli era difatti collegato ai luoghi profondi della Terra, caverne, sorgenti, in cui si esprimeva l’energia della Grande Madre, la matrice di tutte le divinità femminili della riproduzione.
Secondo antiche leggende, fin dal neolitico le donne e le matriarche erano considerate delle “sciamane” e alla prima metà del Novecento, le deinas continuarono ad essere stimate e temute allo stesso tempo. A loro venivano attribuite infatti relazioni con il mondo occulto e con il divino.
Queste donne, metà fate, metà sacerdotesse appartenevano solo a se stesse. Si racconta che quando a mezzanotte scendevano a ballare nelle piazze, se qualche uomo cercava di toccarle veniva schiacciato da una maledizione.
La società matriarcale attaccata dai maschi e dall’Inquisizione.
Se la donna del passato era tenuta in grande considerazione, con l’evoluzione storica delle società e la stratificazione gerarchica in base al potere, la sua ascesa fisiologica ha subito un brusco alt da parte del cosiddetto “sesso forte”, soprattutto quello dominante.
La società matriarcale era egualitaria, basata su principi di collaborazione tra generazioni e non esistevano distinzioni gerarchiche di alcun genere. Poiché era basata su valori materni, derivati dall’essere feconda e prolifica come Madre Terra e mossa più da principi di bisogno, anziché dal potere, la sua organizzazione costituiva un pericolo per il “sesso forte”, assetato com’era di conquiste ed ascese.
Per tali motivi, gli uomini usarono la loro unica arma, ovvero la forza fisica, per soffocare metaforicamente le donne, e in particolare le madri, cercando di relegarle all’interno delle mura domestiche, in una dimensione di “separazione e segregazione” totale.
Questa esacerbazione si è acuita nel corso dei secoli, quando l’uomo guerrafondaio ed affamato di potere ha estromesso la donna da qualsiasi ruolo primario.
Per meglio giustificare la legittimità dell’esclusione, si arrivò ad istituzionalizzare la caccia alle “streghe, fattucchiere e sortileghe”, attraverso i processi intentati dalla Santa Inquisizione tra il 1562 e il 1688 (furono almeno 750).
In poco tempo il ruolo della donna divenne sempre più marginale e così ad oggi ci troviamo in una società fortemente maschilista.
Basti pensare che a governare il mondo nell’ultimo millennio sono stati solo ed esclusivamente uomini, attraverso i due poteri più forti: Monarchia e Chiesa, due regimi “virili” e maschilisti.
La prima si tramanda di padre in figlio, maschio ovviamente, la seconda non ha mai consentito alle donne l’accesso alle alte sfere.
Non lasciamoci poi ingannare dalla presenza della “femmina” Elisabetta. Lei ha un ruolo centrale all’interno dell’economia mondiale, essendo una dei membri più preziosi del club Bilderberg (conferenza delle maggiori personalità in campo economico, politico e bancario).
La Chiesa, la cui massima espressione è il Vaticano (un grande castello, degno di ogni regnante) in passato ha massacrato le donne, le ha demonizzate a partire da Eva, le ha perennemente mortificate e rese la costola di Adamo.
Oggi del matriarcato si ha traccia sono un qualche sperduta tribù: gli Irochesi del Nord America, i Minangkabau di Sumatra (Indonesia), e i Moso della Cina occidentale (I Moso stanno ancora cercando di resistere agli attacchi del governo maschilista).
Matriarcato nostrano
Anche in Italia abbiamo avuto diverse società matriarcali, soprattutto in Sardegna. Qui, al di là dei racconti e delle leggende, fino a qualche decennio fa esistevano donne depositarie di un sapere molto antico, abili erboriste chiamate orassionarjas che guarivano anche con formule magiche dette verbos e usavano tre grani di sale per scacciare il malocchio.
C’erano poi le anziane accabadòras, che venivano chiamate per porre fine all’agonia dei moribondi, oppure si recavano al cimitero per “chiudere la casa”, girando tre volte la punta di una grossa chiave sulla tomba.
Sempre in Sardegna vi sono ancora oggi donne che praticano la cosiddetta “medicina dello spavento” a chi è oppresso da incubi o ossessioni, oppure adottano la gestualità lustrale dell’acqua gettata dietro le spalle.
Insomma la crudeltà degli uomini ha alimentato solo guerre e divisioni. Il vero paradiso terrestre c’è l’avevamo e ci è stato sottratto dai “maschi” e dal loro patriarcato.
Dobbiamo restituire alle donne la gestione delle comunità e ritornare ad essere le Guardiane della Terra, detentrici dei segreti della natura e della guarigione.
di Simona Mazza
foto: eventiverdisardegna.it
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