La figura dell’ufficio stampa nasce all’inizio del 1900 in America e si afferma molto lentamente in Europa – soprattutto in Italia. La maggior parte delle aziende negli anni ’80 riteneva questo professionista come accessorio e spesso lo si confondeva con i settori della pubblicità e del marketing.
Con l’avvento dei mezzi di comunicazione di massa e dei media digitali il ruolo di addetto stampa ha iniziato ad assumere un’importanza via via sempre crescente. Questo perché si comprese l’importanza di tenere sempre vivo il rapporto con il pubblico di riferimento. Coltivando il dialogo si riusciva a trasmettere gli obiettivi, i valori e le proprie attività.
Chi è l’ufficio stampa
Un addetto stampa si occupa principalmente di filtrare e trasmettere le informazioni provenienti dall’interno – che rappresenta – ai media. Per fare ciò, è fondamentale che raccolga e prenda nota, tutti i giorni, delle attività svolte dal suo cliente e che costruisca una rete di contatti privilegiati – composta da giornalisti – per riuscire ad avere un flusso prioritario di accesso ai mezzi di informazione.
L’ufficio stampa, quindi, difende e prende inevitabilmente le parti del personaggio pubblico, dell’azienda o dell’ente per cui lavora. Nonostante questo, una porzione consistente degli articoli scritti online o su carta stampata o letti nei telegiornali si rifà ai comunicati scritti direttamente dall’ufficio stampa (Lener, 2011).
Il compito principale del professionista sarà quello di informare i giornalisti e non quello di promuovere il proprio ente o azienda, svolgendo un ruolo di “tramite che si rivolge a un altro tramite”. Così si migliora la relazione tra la società civile e il proprio cliente con un uso ottimizzato dei mass media.
Il rapporto con i giornalisti
Il rapporto tra giornalisti e ufficio stampa si posiziona da sempre a favore dei primi, perciò è fondamentale che tra i due si instauri una relazione di fiducia.
Per rendere tutto questo più facile è necessario che l’addetto stampa si rivolga alle redazioni di pertinenza rispetto all’argomento affrontato. Quando non si hanno informazioni interessanti è meglio non contattare i giornalisti. Il rischio è quello di intaccare il dialogo faticosamente costruito.
Il professionista conosce gli orari e i tempi di lavoro della redazione in modo da sfruttarli per avere la sua notizia nell’imminente uscita editoriale (Lener, 2011). Quello del giornalista, d’altro canto, rimane un’occupazione estremamente permeabile. I confini tra giornalismo e pubbliche relazioni sono molto sfumati.
Gruppo professionale di appartenenza dell’ufficio stampa
Partendo da queste considerazioni si può affermare che la figura dell’addetto stampa rientri nel gruppo dei professionisti dell’informazione. Con questa etichetta si intendono tutti quegli esperti che aiutano il pubblico a trarre tutte le informazioni utili all’interno della massa indistinta di notizie.
Sulla base di questa definizione sono stati distinti due tipi di professionisti dell’informazione. Da una parte quelli che se ne sono occupati da un punto di vista qualitativo come i bibliotecari, gli inserzionisti, gli accademici, i giornalisti, etc. Dall’altra, invece, si trova il gruppo più variegato – contabili, ingegneri di gestione, statisti, ricercatori delle operazioni, analisti di sistemi, etc. – impiegato nell’informazione quantitativa.
In virtù di questo, è ragionevole credere che l’ufficio stampa appartenga al gruppo di professionisti che si occupa dell’informazione qualitativa.
A giocare un ruolo decisivo nella distinzione tra informazione quantitativa e qualitativa fu la Seconda Guerra Mondiale che portò alla nascita di molte professioni informative e tecnologie più sofisticate con un potenziale informativo rivoluzionario.
In particolar modo generò una grandissima richiesta di informazione tanto quantitativa che qualitativa. Del resto, le professioni dell’informazione sono coinvolte, per definizione, in negoziazioni e contestazioni per la definizione e affermazione del proprio lavoro
Bibliografia
P. Stringa, Che cos’è un ufficio stampa, Roma, Carocci editore, 2007
M. Miccio, Ascoltare il silenzio. Manuale di sociologia della comunicazione, Milano, FrancoAngeli, 2011
A. Abbot, The system of professions. An Essay on the Division of Expert Labor, Chicago, The University of Chicago, 1988
Foto di USA-Reiseblogger da Pixabay
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