Ci si imbatte spesso nella spiritosa affermazione “Il Molise non esiste”. Le prove lampanti di questa dichiarata inesistenza sono date dalla difficoltà di inquadrare una cucina tradizionale regionale e di focalizzare le sue vie di comunicazione. Si aggiunga quella di ricordare canzoni che ne richiamino i luoghi, i paesi e le città.
Ma il Molise, ovviamente, esiste.
È una regione particolarmente suggestiva: la più giovane regione d’Italia e la seconda più piccola dopo la Valle d’Aosta. È stata costituita solo nel 1963, quando la provincia di Campobasso si stacca dalla preesistente Regione “Abruzzi e Molise” per inserirsi nella nuova regione Molise, di cui diviene capoluogo. Poi nel 1970 un’altra parte del territorio è scorporato per dare vita alla provincia di Isernia. Una regione “nuova” solo dal punto di vista amministrativo, ricca di storia, archeologia e tradizioni culturali.
Le vicende storiche sono la testimonianza dei sofferti e continui cambiamenti di appartenenza a cui questo territorio è stato costretto. Quando, nel 1811, si estende al Regno di Napoli il modello amministrativo francese basato sulle Provincie, il Molise raggiunge quasi tutta la dimensione dell’attuale Regione. Ancora oggi è possibile riscontrare differenze dialettali, gastronomiche e folkloristiche tra le quattro aree che formavano l’antica area molisana. L’annessione al Regno d’Italia determina l’isolamento e la grave crisi economica e sociale della zona, che porta alla nascita di numerose bande di briganti che si opponevano agli invasori piemontesi. Il dramma delle campagne molisane determina l’improvviso forte esodo: ben 600 mila persone in 40 anni! Si consideri inoltre che tra il censimento del 1911 e quello del 2011 oltre 80 mila abitanti hanno lasciato il Molise per trasferirsi altrove. Attualmente ci sono oltre un milione di persone di origine molisana sparse per il mondo – considerando anche gli oriundi – ma solo un terzo di loro è residente in Italia.
Allora è vero che Molise “non esiste”?
Il Molise è sempre lì, con la sua straordinaria superficie terrestre, divisa quasi equamente tra zone di montagna e zone collinari. Una regione incastonata tra Abruzzo, Lazio, Campania e Puglia, che a oriente va a degradare dolcemente verso il mare Adriatico. Un territorio unico, a tratti impervio, costellato da paesaggi antichi, al cui interno sono disseminati i suggestivi paesi e i centri più grandi. Il Molise ospita splendidi tesori d’arte, scenari naturali incantevoli e tradizioni millenarie. Uno degli elementi caratteristici è dato dai tratturi: antichissime vie d’erba battuta lungo le quali le popolazioni antiche – dall’epoca pre‐romana fino a un paio di secoli fa – spostavano stagionalmente le proprie greggi. Nel territorio molisano sono presenti alcune minoranze etniche e linguistiche, tutte nella provincia di Campobasso: croate, le uniche in Italia, ed albanesi. Presso entrambe si conserva la tipica lingua, albanese e croato molisano, e le varie antiche tradizioni.
Ma nella musica il Molise esiste?
Anche nel settore musicale sembra che questa splendida regione sia stata dimenticata dagli autori. La storia, il vissuto e le bellezze di queste terre sembrano non aver lasciato traccia nella creazione musicale. Il brano musicale dedicato a questa regione più noto è molto datato: Rosabella del Molise, di Eldo Di Lazzaro e E. Gianipa, 1942. Una canzone del passato, riproposta più volte da diversi interpreti, che ormai rappresenta solo una nostalgica evocazione delle tradizioni molisane di un tempo. Tuttavia, scorrendo gli archivi della SIAE si rinvengono numerose canzoni che riportano la parola ‘Molise’, e molte altre che evocano le città della regione. Non sono brani conosciuti dal grande pubblico; e forse per tale motivo si dovrebbe concludere che, anche in musica, il Molise non esiste.
Eppure questa Regione ha visto nascere numerosi artisti della musica; ma quasi tutti si sono presto trasferiti altrove. I famosi cantanti Fred Bongusto e Tony Dallara sono nati a Campobasso, mentre la brava Gilda Giuliani è nata a Termoli (CB). Anche Antonello Venditti ha origini molisane, poiché il padre era di Campolieto (CB). Insomma, non è possibile tracciare un itinerario nella terra molisana attraverso le canzoni che la omaggiano; e sembra davvero che nelle canzoni “il Molise non esiste”.
Ma il Molise, per fortuna, esiste!
Ecco che proprio la navigazione web dà una insperata risposta alla scherzosa diceria. Con buona dose di ironia irrompe il delicato grido di una band molisana: le Cantine Riunite Band hanno scritto e interpretato la canzone dal titolo Il Molise esiste (e risiste): un ironico e gradevole brano che a pieno titolo rappresenta la efficace risposta al ‘tormentone’ su questo splendido spicchio di Italia. Il brano dimostra che si può parlare con leggerezza e efficace creatività dei problemi che riguardano il Molise, specialmente del triste fenomeno dell’abbandono di questo territorio. Una risposta forte ed efficace per rivendicare l’esistenza del Molise, anche in musica.
(Il Molise esiste, di Iannone Gianvitale, interpreti Cantine riunite Band)
La collaborazione, i gemellagi, andare d’accordo, volersi bene, rispettarsi, fedele, non tradire, non mettere le corna, non rubare, truffare, ingannare, imbrogliare e altro, fanno di una società, di un mondo, di persone, la strada giusta, ma a nessuno interessa, importa, da 1 orecchio vi entra e 1 vi esce, schifo, ribrezzo, vergogna.Bisogna essere uniti compatti, solidali, l’unione fa la forza, da soli non si va da nessuna parte, chi mangia da solo si strozza.Tutti che pensano alle loro tasche, interessi, a tirare l’acqua al proprio mulino, a fare la vita comoda, lussuosa, agiata, senza fare sacrifici, ma vivere sulle spalle degli altri.Nessuno più vuole fare sacrifici, tutti si vogliono sedere alla tavola e mangiare e bere, non esistono più valori, personalità, dignità, morale.Tutte bugie, menzogne, falsità, ipocrisia,nessuno si ribella, fa qualcosa, il pieno non crede al digiuno, tutti arraffoni tutti che vogliono avere e nessuno vuole dare, donare.