Il Parlamento europeo chiede di far luce sulla morte di Giulio Regeni

E’ stata approvata una risoluzione di forte critica sulle recenti repressioni in Egitto che hanno comportato forti limitazioni dei diritti fondamentali, come la libertà di parola e di associazione.

A seguito di manifestazioni prive di ogni forma di violenza,organizzate alla fine dello scorso mese di settembre, ci sarebbero stati senza motivo più di quattromila arresti di persone, di cui oltre cento donne e cento minori (fonti: Amnesty International e BeladyFoundation).

I manifestanti protestavano contro il mancato rispetto dei diritti fondamentali, la corruzione e l’austerità e sarebbero stati dispersi dalle forze di polizia con l’uso della forza non necessario ed eccessivo.

Il PE ha imputato alle autorità egiziane anche gli ostacoli frapposti alle indagini sulla morte del ricercatore italiano Giulio Regeni, avvenuta nel 2016. Ha invitato pertanto le stesse autorità a dare una svolta alle indagini e ad individuare e condannare gli assassini.

I deputati considerano più che giustificata una revisione dei rapporti con l’Egitto​ e anche un ripensamento degli aiuti finanziari da parte della Commissione, che devono pertanto essere destinatiesclusivamente alla società civile.

Solo visibili riforme democratiche nelle istituzioni potranno far nascere ulteriori forme di cooperazione tra Egitto ed Unione europea. Gli Stati membri sono altresì invitati a bloccare le forniture di tecnologie di sorveglianza e sicurezza, in quanto utilizzabili per  usare violenza e repressione contro i manifestanti e i difensori dei diritti umani che cooperano con le organizzazioni internazionali.

Già nel dicembre 2018 il Parlamento aveva approvato una risoluzione che chiedeva all’Egitto di bloccare definitivamente ogni forma di violenza e di censura contro le minoranze, i manifestanti, i difensori dei diritti umani e la libera stampa.

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